San Siro venduto a Milan e Inter. Altafini: "Provo rabbia e tristezza"

San Siro venduto a Milan e Inter. Altafini: "Provo rabbia e tristezza"MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Oggi alle 10:24News
di Lorenzo De Angelis

Intervistato dai colleghi de Il Giornale, l'ex Milan e Napoli, fra le altre, José Altafini ha parlato un po' del calcio di oggi, del futuro di stadi storici come San Siro e del fatto che per ironia della sorte oggi c'è un italiano alla guida del suo Brasile. Di seguito alcuni estratti della sua intervista. 

Maracanà, Wembley San Siro, Comunale di Torino, non c’è più nulla della storia di Josè Altafini.
"Provo tristezza, i teatri di un tempo magnifico, fette di vita, ricordi, gol, folla, cartoline stracciate".

San Siro è stato venduto ai due club.
"È davvero incredibile che due società storiche, riconosciute nel mondo per le loro vittorie internazionali, non abbiano un proprio stadio. Questa storia aggiunge rabbia alla tristezza. Per me San Siro resta lo stadio più bello del mondo per assistere ad una partita di calcio. In campo senti il pubblico vicino, hai addosso l’urlo della folla però il terreno di gioco è stato sempre brutto con la porta del freddo, alla destra delle tribune, quell’area coperta di segatura ma sotto c’era il ghiaccio, usavamo tacchetti chiodati, una volta Cesare Maldini si ferì profondamente al polpaccio, diciotto punti di sutura dopo un contrasto di gioco". 

Ma su tutti Wembley, lo stadio dell’impero britannico, la finale di coppa dei campioni del ‘63, Milan-Benfica, due gol di Mazzola-Altafini.
"Un sogno, prato verdissimo soffice, erba tagliata a perfezione però quella pista per le corse dei levrieri teneva lontanissime le panchine e così non riuscimmo a sentire le parole di Rocco. Ci pensò Cesare Maldini a sistemare le cose". 

Il calcio di oggi?
"C’è una cosa che non tollero, i calciatori che entrano in campo e pregano, magari rivolti verso la tribuna. Lo facciano nello spogliatoio, in silenzio, lontano dalla gente, il torero non prega mai nell’arena. Io ho un santo protettore, non ha un nome, non lo conosco ma so che c’è, mi segue, mi ha aiutato nei momenti difficili, è il mio spirito guida":