CON INZAGHI E KAKA' IL MILAN VA

Abbiamo detto, letto, pensato tante volte che il Milan attuale è vecchio, finito, appagato, incapace di trovare nuovi stimoli e che necessita di una "rinfescata", di un adeguamento della rosa in quantità e qualità, se non addirittura di una rivoluzione; tutto vero, tutto legittimo, ma sabato scorso abbiamo assistito all'ennesima resurrezione del vecchio decrepito Milan; la formazione dei rossoneri che ha schiantato il Cagliari, con un'ottima prestazione soprattutto nel primo tempo, era per nove undicesimi la stessa che è scesa in campo a Yokohama nella finale del mondiale per club, con le sole eccezioni di Kalac al posto di Dida e Favalli al posto di Nesta; se vogliamo andare ancora più in là nel tempo, dal centrocampo in su la formazione era la stessa di Atene e la vittoria è puntualmente arrivata, con una prestazione soddisfacente anche sul piano del gioco. La manovra era fluida, il pallone girava velocemente con precisi scambi di prima, il possesso palla non era sterile e improduttivo ma efficace e letale per gli avversari, che correvano a vuoto. Insomma sembra proprio che il Milan abbia ritrovato se stesso proprio quando ha potuto schierare quegli uomini considerati finiti e "bolliti", ma che in ogni occasione dimostrano orgoglio e determinazione e vogliono continuare a stupire. Certo, molti ribatteranno che il Cagliari non è l'Arsenal e occupa i bassifondi della classifica, ma si tratta pur sempre di una delle squadre più in forma di questa fase della stagione, capace di mettere in difficoltà e di costringere al pareggio la Roma seconda in classifica, non più tardi della precedente giornata di campionato. Diamo, quindi, i giusti meriti al Milan, che ha fatto sembrare arrendevole e inoffensivo il Cagliari perchè ha sfoderato una delle migliori prestazioni stagionali: motivati, punti nell'orgoglio dai fischi dei tifosi e dalle ramanzine di Ancelotti, i rossoneri hanno reagito da vera squadra e da gruppo compatto e unito.
I migliori in campo sono stati, senza ombra di dubbio, Kakà e Inzaghi, entrambi assenti nelle ultime settimane (e non sarà solo un caso che senza di loro i risultati siano stati tragici); ora si dirà che il Milan è "Kakàdipendente", ma mi sembra fin troppo ovvio che la presenza o meno del Pallone d'Oro in carica (quindi uno dei più forti giocatori del mondo) condizioni pesantemente la prestazione e il rendimento della squadra, soprattutto quando il brasiliano gioca in modo divino come contro il Cagliari. Per quanto riguarda Inzaghi, ormai c'è poco di inedito da dire: gli aggettivi e gli elogi "originali" per SuperPippo sono finiti da un pezzo, perchè di lui si è detto tutto il bene possibile; ciò che è infinito ed inesauribile è la sua voglia di stupire, giocare, lottare e vincere, la sua fame di gol, la sua scarica di adrenalina che è un autentico elettroshock per tutti i compagni. Logico che con giocatori di questo tipo in campo la squadra giochi bene, segni e vinca; altrettanto logico che senza di loro il Milan stenti, faccia fatica e vada incontro a brutte figure; in fondo tutte le squadre vanno in difficoltà quando mancano i loro migliori elementi, anche quelle più celebrate e vincenti in questa stagione, quindi, a maggior ragione, ha tutto il diritto di soffrire il Milan che in quest'annata agrodolce ha palesato molti problemi e avrebbe avuto bisogno di una presenza più assidua dei suoi elementi migliori che, invece, spesso hanno marcato visita.
Ancelotti sa che può contare ad occhi chiusi sui suoi fedelissimi e sul gruppo storico, con il quale ha vinto tutto quello che una squadra di club può vincere; uomini veri che hanno qualità tecniche ma anche morali e lo hanno dimostrato anche domenica: dopo i gol, sia Kakà che Inzaghi sono andato ad abbracciare il loro allenatore; un gesto semplice, sentito ma molto significativo in un momento difficile anche e soprattutto per l'allenatore, che ha saputo toccare nel vivo i suoi giocatori senza irritarli, offenderli o metterseli contro; insieme hanno affrontato e vinto molte battaglie, sono eroi pluridecorati e umanamente autorizzati ad avere qualche momento di appannamento e rilassamento, ma, ancora una volta, hanno saputo dimostrare che questo gruppo non è finito, può dare ancora molto e che, soprattutto, quando è al completo e non falcidiato dagli infortuni, può essere competitivo e vincente. Con Inzaghi e Kakà il Milan va e, in fondo, non è poi una grande novità!

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