Il Milan crolla ancora, ma almeno questa volta lotta

Il Milan crolla ancora, ma almeno questa volta lottaMilanNews.it
© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS
lunedì 4 maggio 2015, 01:19Vista dalla Curva
di Davide Bin
I rossoneri, in inferiorità numerica dopo meno di un minuto, perdono nettamente a Napoli, ma almeno resistono per 70 minuti giocando con un'organizzazione e una determinazione raramente viste in questa stagione.

Come previsto la sconfitta contro il Napoli è arrivata, come temuto è stata anche netta nel punteggio, ma questa volta non è tutto da buttare e dimenticare in fretta nella prestazione del Milan al San Paolo: i rossoneri, in dieci dopo soli 45 secondi, hanno sorprendentemente giocato da squadra, difeso da squadra, lottato da squadra con attenzione, concentrazione, organizzazione e sacrificio per ben settanta minuti, accarezzando addirittura l'idea di uscire clamorosamente imbattuti dal campo; poi è arrivato il gol dello svantaggio e il Milan è crollato, subendo tre reti in sei minuti, un autentico deja-vu contro una squadra di Benitez (Istanbul vi dice qualcosa?), anche se questa volta meno doloroso, visto che non c'era in palio una Champions League, ma solo tre punti ormai ininfluenti per il destino stagionale di un Milan senza più obiettivi. La sensazione è che se i rossoneri avessero giocato con questa umiltà e questa predisposizione al sacrificio e alla sofferenza più spesso nell'arco della stagione, forse ora sarebbero ancora in corsa almeno per l'Europa League, visto l'andamento molto lento di chi sta davanti e occupa attualmente le posizioni utili all'ingresso nella seconda competizione continentale e questo sarà probabilmente il grosso rimpianto a fine stagione. Insomma questa volta c'è molto da salvare nella prestazione, ma sta di fatto che è arrivata la terza sconfitta consecutiva, che nelle ultime cinque partite sono stati incamerati solo due punti e nelle ultime tredici trasferte solo un successo (a Palermo) e ciò la dice lunga sulla mediocrità di questa seconda parte di campionato del Milan. L'espulsione di De Sciglio dopo meno di un minuto ha sicuramente condizionato la partita, il rigore parato da Diego Lopez ha ridato coraggio e voglia di lottare a una squadra che, probabilmente, se Higuain avesse trasformato il penalty sarebbe crollata subito con conseguenze drammatiche sul punteggio finale; il gol di Hamsik dopo settanta minuti ha chiuso la partita, ma già il fatto di averla tenuta aperta per tutto quel tempo è un merito per i rossoneri, che prolungano la loro agonia ma, almeno, danno segnali di vita.

Inzaghi è in piena emergenza: ai già tanti indisponibili per problemi fisici si aggiungono gli squalificati Abate, Mexes e Menez e la penuria di terzini lo costringe a ripescare Bocchetti come terzino sinistro, schierando De Sciglio a destra; la coppia centrale è formata da Paletta e Alex, a centrocampo ci sono De Jong (capitano per l'occasione), Van Ginkel e Poli, mentre in attacco il tridente è composto da Destro, Honda e Bonaventura. Il San Paolo non è certo pieno come negli anni in cui le due squadre si contendevano gli scudetti e nel settore ospiti ci sono solo alcuni coraggiosi della Curva Sud che, come recita uno striscione, si sono fatti ben 1600 Km solo per ribadire ai giocatori che sono degli indegni e poi, dopo aver esposto anche uno striscione in onore di Ciro Esposito (a un anno esatto dal suo ferimento) e della sua famiglia, sono usciti presto dal loro settore lasciando sola la squadra.

Peggior inizio non potrebbe esserci per il Milan: al primo affondo la difesa si distrae subito, consente a Insigne di stoppare, girarsi e premiare l'inserimento di Hamisk, che aggira De Sciglio alle spalle e viene atterrato; rigore ed espulsione per il terzino rossonero, una sentenza di condanna per un Milan già di per sè fragile, ma Diego Lopez si conferma ottimo portiere in stato di grazia e devia in angolo il rigore tirato da Higuain. A questo punto inizia una partita fin troppo ovvia, in cui il Napoli fa tanto possesso palla, schiaccia il Milan nei pressi della sua area, mantiene il predominio territoriale, ma fatica a concludere e concretizzare il suo sterile dominio. Inzaghi, non avendo altri terzini di ruolo in panchina, non spreca una sostituzione in avvio, conserva i cambi per inserire forze fresche nella ripresa, quando la stanchezza si farà sentire e si limita a riorganizzare la squadra arretrando Poli come terzino destro e Bonaventura sulla linea di centrocampo, con lo stesso Honda che fa più lavoro di copertura che di costruzione e il solo Destro là davanti. I rossoneri si difendono con ordine, sfruttano anche la voglia di sacrificarsi degli attaccanti, cosa vista raramente in altre occasioni e soffrono poco, permettendosi anche qualche rara ma pericolosa sortita in avanti, come nel finale di tempo quando un colpo di testa di Bonaventura scheggia il palo e fa correre un lungo brivido di paura sulla schiena dell'immobile Andujar ma anche di tutti i tifosi partenopei. Il Napoli fatica a inquadrare la porta di Diego Lopez, tutte le conclusioni sono alte o a lato e anche le rare distrazioni dei difensori rossoneri non vengono sfruttate a dovere. Buona la prestazione dei due centrali Paletta e Alex, sempre concentrati e attenti, ma in generale confortante la voglia di tutti di soffrire e lottare con il coltello fra i denti, concludendo meritatamente il primo tempo in parità.

Nella ripresa il Napoli parte subito più convinto e alzando il ritmo: il Milan comincia a sbandare e a soffrire soprattutto sui tagli dalle fasce verso il centro degli esterni azzurri, che aggirano i difensori rossoneri alle spalle, come avvenuto in occasione del rigore iniziale. Nascono così i più grossi pericoli per la porta di Diego Lopez: arriva dalla destra dell'attacco del Napoli il pallone che Paletta in scivolata trasforma in "autopalo"; arriva dalla sinistra un traversone basso in area piccola che il nuovo enrato Gabbiadini non riesce a deviare in rete anche per un'impercettibile trattenuta di Paletta. Inzaghi toglie Destro (che non gradisce) e inserisce Pazzini a fare a sportellate con i difensori avversari per provare a tenere il pallone un po' lontano dall'area rossonera, ormai assediata, poi è la volta di Bonera al posto di Bocchetti, ma è proprio una corta respinta dell'esperto difensore a innescare Hamisk che batte Lopez, sigla il vantaggio partenopeo e, di fatto, chiude la partita, perchè per questo Milan rimaneggiato e in dieci, provare a rimontare è come scalare l'Everest. Infatti i rossoneri crollano e, in rapida sequenza, arrivano i gol di Higuain e Gabbiadini, che nascono sempre dalle fasce e da quei tagli improvvisi sui quali Poli, che terzino non è, va in evidente affanno, consentendo facili e letali assist verso il centro dell'area. Nel finale, oltre a un'altra splendida parata di Diego Lopez su tiro di Mertens, da sottolineare l'esordio in Serie A di Felicioli (al posto di Bonaventura), un ragazzo della Primavera che finalmente Inzaghi si decide a lanciare in prima squadra, anche se solo per pochi minuti e a risultato ampiamente compromesso; sarà lui l'unico giocatore rossonero per il quale questa triste trasferta di Napoli resterà indimenticabile e non possiamo che augurargli uno splendido futuro, magari proprio in maglia rossonera se davvero si vorrà realizzare quel progetto giovani tante volte sbandierato ma mai messo in pratica (una delle tante cose sulle quali i tifosi chiedono chiarezza). Finisce 3-0 per il Napoli ed è un'altra sconfitta bruciante per un Milan che sprofonda sempre più in basso; Inzaghi incassa l'ennesima fiducia e resterà fino a fine campionato, ma il suo futuro è segnato, visto che ha fallito tutti gli obiettivi stagionali e questo finale di campionato si sta trasformando in un'autentica agonia; viene da dire che per fortuna mancano solo quattro partite, poi finalmente sarà finita, perchè seguire questo Milan è diventato un'autentica tortura che i tifosi rossoneri non meritano.