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Albertini: "Contento per Tonali, di lui mi piacciono tre cose. Cruijff? Ci parlai dopo il '94..."

ESCLUSIVA MN - Albertini: "Contento per Tonali, di lui mi piacciono tre cose. Cruijff? Ci parlai dopo il '94..."MilanNews.it
lunedì 14 settembre 2020, 16:30ESCLUSIVE MN
di Redazione MilanNews
fonte Intervista di Pietro Andrigo

Demetrio Albertini, storica bandiera del Milan e pilastro del centrocampo rossonero negli anni '90, è stato intervistato in esclusiva da MilanNews.it per parlare dell'attuale situazione del calcio, raccontare qualche aneddoto del passato e poi concentrarsi su Sandro Tonali, giocatore in cui il metronomo si rivede.

Dagli oratori a San Siro ai più grandi stadi del mondo. Quanto è importante mantenere la stessa passione e lo stesso amore per il gioco per arrivare in alto?

"Posso parlare di me, è fondamentale soprattutto nella continuità. Il calcio nasce come una passione, poi diventa la tua professione e se tu non fai distrarre dal contorno da questa passione, amore e gioia, puoi essere sicuramente più continuo. Avere costanza per una carriera molto più lunga. Adesso siamo in un'era dove tutto viene bruciato velocemente, da una parte diventi un idolo molto rapidamente con i media e con i social network, dall'altra parte hai anche il rischio di essere bruciato alla stessa velocità. Se non hai la consapevolezza che la tua professione è il calcio e non la popolarità, la popolarità è una conseguenza di quello che fai in campo. Questo va tenuto sempre in considerazione".

Ha giocato davanti a migliaia e migliaia di spettatori. Quanto è difficile per un giocatore trovare la concentrazione senza il pubblico a cui è abituato? A questi livelli quindi è più un contro che un pro non avere il pubblico?

"Tutto dipende dalla personalità, il pubblico fa parte di quello che è il nostro modo di vivere il calcio, è sicuramente una diversità. La cosa che mi dispiace di più è che lo sport, come lo spettacolo, è creazione di emozioni, e l'emozione vera la vedi allo stadio. Ora tu stai creando qualcosa, stai giocando, ma per il calciatore, ad esempio se dovesse fare gol, non è emozionante come se ci fosse il pubblico. Per quanto riguarda il giocare senza pubblico è quasi come giocare sempre fuori casa".

Passiamo al capitolo rossonero. Ha giocato con grandissimo campioni ma quale è un giocatore che l’ha stupita per etica del lavoro e talento naturale al Milan?

"Sono tanti, sicuramente Paolo Maldini è sotto gli occhi di tutti. Se mi chiedi il migliore con cui ho giocato dico sempre Van Basten. Paolo è un talento incredibile che ho avuto come compagno e come capitano, la sua longevità si riattacca alla riflessione di prima. Lui è sempre stato un grandissimo e ha mantenuto la freschezza della passione per questo sport".

Una delle notti memorabili con la maglia del Milan è stata la finale di Atene. Come viveva lo spogliatoio le parole al vetriolo di Cruijff e della stampa?

"Io avendo finito a Barcellona la mia carriera gli ho parlato tante volte, la foto del Mundo Deportivo del giorno della finale con Cruijff e la scritta "campioni" è stato un autogol. E' vero che a noi mancavano due grandissimi giocatori che erano Costacurta e Baresi, ma è anche vero che quella squadra ha giocato tre finali consecutive, questo non poteva cambiare dall'assenza di due giocatori forti. Avevamo la consapevolezza di essere un grande gruppo e non solo dei grandi giocatori".

Questi sono stati i giorni di Tonali al Milan. In alcune interviste ha detto che il calcio è molto cambiato ma il lodigiano è un calciatore che le somiglia. Cosa apprezza di più nel nuovo acquisto del Milan?

"Ci sono tre cose che mi piacciono tanto. Uno: è un giocatore che capisco come può pensare perché gioca nella mia posizione. Due: è italiano. Tre: è giovane. Ha talento, sono stato molto contento del suo arrivo al Milan perché lui fa il passo per arrivare su un grande palcoscenico, potrà trovare delle criticità e dei cambiamenti, ma se mantiene la passione di cui parlavamo e la voglia di migliorare potrà fare molto bene. Il Milan per lui non dev'essere un punto di arrivo ma un punto di partenza per fare grandi cose con questa squadra".

In parte Tonali ha vissuto un sogno comune ad alcuni privilegiati: giocare nella propria squadra del cuore. È stato così anche per lei? Quali possono essere i vantaggi e le insidie di vestire la maglia che si tifa?

"Le insidie sono legate alle grandi attese in una grande società, va al di là del fatto che tu abbia tifato quella squadra da bambino o meno. Posso immaginare che lui anche se non ha fatto il settore giovanile in rossonero il senso di appartenenza cercherà di coltivarlo, poi sarà la società a dover potenziare questa sua voglia di fare bene col Milan".