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Borghi: "Sta emergendo la bravura dei dirigenti rossoneri. Milan, in Europa con la voglia di starci a lungo"

ESCLUSIVA MN - Borghi: "Sta emergendo la bravura dei dirigenti rossoneri. Milan, in Europa con la voglia di starci a lungo"MilanNews.it
giovedì 17 settembre 2020, 12:00ESCLUSIVE MN
di Manuel Del Vecchio
fonte Intervista di Manuel Del Vecchio

In vista di Shamrock Rovers-Milan la redazione di MilanNews.it ha contattato Stefano Borghi. Con il noto telecronista di DAZN, che commenterà la sfida dei rossoneri in Europa League questa sera, abbiamo parlato della squadra di mister Pioli, delle aspettative per la prossima stagione e di calciomercato.

Il mondo del calcio ha vissuto e sta vivendo un momento davvero fuori dal comune, con le partite giocate in stadi vuoti senza tifosi. Da telecronista di lunga data che effetto le fa commentare questi match?

"Manca una componente fondamentale. Dopo aver fatto la telecronaca di Milan-Genoa, l'ultima partita prima del lockdown, me n’ero uscito dallo stadio con la sensazione che una partita di calcio giocata in queste condizioni, senza il pubblico, e con questo tipo di angoscia fosse una partita di calcio senza senso, come se non ci fosse il pallone. Ovviamente quello che abbiamo visto dopo il lockdown è stato qualcosa di diverso. C’era da ripartire, c’era la voglia di riconquistarsi cose che prima erano normali e scontate e che invece abbiamo dovuto mettere in discussione. Per cui sicuramente l’atmosfera era diversa. È estremamente immediato capire, percepire che una partita di calcio in uno stadio a porte chiuse è qualcosa di molto diverso e sicuramente molto meno bello rispetto ad una partita di calcio con pubblico perché quello è il suo senso. L’obiettivo del calcio è quello di essere al servizio dei tifosi e degli appassionati”.

Ieri pomeriggio il Milan è volato a Dublino per affrontare lo Shamrock Rovers nel secondo turno preliminare di Europa League. Lei commenterà la gara per DAZN, cosa si aspetta da questa partita?

“Mi aspetto assolutamente un Milan che ritorni in Europa con la voglia di starci a lungo. Io credo che al di la della differenza di condizione degli irlandesi che sono primi in classifica con ampio vantaggio nel loro campionato credo che ci sia un bello scalino tecnico fra le due squadre. Il Milan è una squadra decisamente più forte rispetto allo Shamrock Rovers ma è una partita che porta comunque delle insidie, non è da sottovalutare. Ci sarà un clima diverso in Irlanda rispetto a Milano in questi giorni. Qua a Milano siamo ancora in estate, ho visto la partita della scorsa dello Shamrock Rovers, il primo turno preliminare contro i finlandesi del Lives, pioveva e faceva freddo. Il clima sarà completamento diverso, l’avversario sarà sicuramente entusiasta di fronte alla prospettiva della partita della vita, è un avversario coraggioso nel suo modo di giocare a calcio, però c’è una bella differenza. Penso e mi auguro per tutto il calcio italiano che sia solo una messa in moto del Milan in una partita che è sicuramente abbordabile, anche se è da prendere con le dovute cautele, e poi vedremo quale sarà effettivamente il percorso. Credo che il Milan sia nettamente più forte dello Shamrock Rovers”.

A prescindere da quale sarà il percorso europeo del Milan è innegabile che i rossoneri debbano puntare ad un piazzamento Champions in campionato. Il mercato è ancora aperto e i valori delle squadre potranno ancora cambiare, ma ad oggi come vede il Milan?

“Credo che sia una squadra che sta continuando a rinforzarsi. È una squadra che si era già rinforzata l’anno scorso e non tutti lo avevano capito, giudicando a mio modo di vedere frettolosamente il mercato fatto da Maldini e Boban, che poi si è rivelato un buon mercato. La squadra è cresciuta all’interno della stagione, con Pioli ha trovato questa veste tattica coraggiosa, piacevole, anche molto produttiva. Il ritorno di Ibrahimovic ha dato una scossa importante a tutto l’ambiente e quindi il Milan si è rialzato. Adesso con l’arrivo di Tonali, il prestito di Brahim Diaz, con operazioni che possano ancora essere fatte, è un mercato che sta migliorando, sta alzando ancora l’asticella del Milan. Poi oggi dire chi è davanti e chi è dietro è sciocco e impossibile. C’è ancora il mercato, ci sono squadre chiaramente incomplete, squadre che hanno cambiato. L’obiettivo credo che debba essere rientrare nelle prime quattro, e credo allo stesso modo che non sarà per nulla facile. Arrivare in uno dei primi quattro posti vuol dire tener dietro squadre molto importanti. Dando per scontato che Juve ed Inter siano le due favorite vuol dire doverne tenere tre dietro fra Roma, Atalanta, Lazio e Napoli. Non è facile”.

Paolo Maldini e Frederic Massara hanno piazzato il grande colpo Sandro Tonali, facendo infiammare la tifoseria rossonera. Cosa ne pensa del giovane centrocampista arrivato dal Brescia?

“Sicuramente un giocatore che ha dimostrato di avere delle capacità e delle prospettive molto significative sia a livello nazionale che a livello internazionale. È un giocatore che deve ancora misurarsi a livelli più significativi: ha fatto un buonissimo campionato in Serie B e un buon campionato in Serie A, sorprendente per quelle che erano le premesse, ma comunque un campionato che l’ha visto giocare nel Brescia che poi è retrocesso abbondantemente. Per me i segnali che ha dato Tonali sono abbastanza chiari, anche con quello che fatto vedere in Nazionale. È un giocatore completo, può stare sia a tre che a due in mediana, può fare entrambe le fasi, ha piede, ha un gioco moderno, è perfettamente adatto al gioco che fa Pioli. È un’operazione da salutare come molto importante e molto intelligente, poi il tempo ci dirà dove arriverà Tonali e quanto verrà impiegato fin da subito perché comunque in questo momento, pur essendo un grande acquisto, io direi che Tonali, così come il quarto mediano che arriverà, partono come alternative a quella che è la coppia principale formata da Bennacer e Kessie, che sono due giocatori basilari per fare questo tipo di gioco e hanno dato dimostrazioni buonissime nella seconda parte della stagione”.

Quindi le piace la coppia Bennacer-Kessie.

“Sì, assolutamente. Mi sembra che sia adatta al calcio che fa il Milan e mi sembra una coppia molto cresciuta all’interno della stagione, e mi sembra che Pioli abbia lavorato benissimo su di loro. Kessie è un giocatore con moltissime potenzialità, davvero molto alte, che forse non ha mai espresso fino in fondo nel corso della sua parentesi rossonera. Kessie è quel giocatore di prepotenza fisica ma anche di inserimento e di finalizzazione che abbiamo visto nell’ultima parte dello scorso campionato. È un giocatore che può e deve essere ancora più importante di così. Bennacer per me è un giocatore perfetto per giocare a due, fonde regia e intensità e credo che la chiamata molto lucida su Bennacer che è stata quella di spostarlo di posizione e portarlo sul centrodestra piuttosto che sul centrosinistra: lì, anche con la crescita dell’esperienza, è migliorato vistosamente in tutti i valori”.

Pioli ha lasciato Paquetá fuori dai convocati per la gara di questa sera, a certificazione del momento buio, che però ormai dura da mesi, del trequartista brasiliano. Come mai un giocatore così talentuoso sta avendo tante difficoltà?

“Non è il primo della storia del calcio a dimostrare di avere tanto talento e poi faticare ad esprimerlo con continuità. Credo che sia un giocatore in uscita altrimenti si spiegherebbe poco quest’esclusione tecnica dalla lista dei convocati per Dublino. Credo che sia un giocatore che da qualche altra parte potrà dimostrare di essere un calciatore forte perché per me Paquetá è potenzialmente un calciatore forte. Di certo a Milano, al di là del primissimo momento con Gattuso, sia con Giampaolo che con Pioli non ha dato riscontri. Ho sempre visto un po’ di freno caratteriale, a Paquetá è mancata un po’ di scintilla, un po’ di forza e di convinzione di lottare per prendersi i propri spazi. Quindi sono abbastanza convinto che in questo momento per lui sia la cosa giusta cambiare aria. Vedremo, io ho grande gradimento per le doti calcistiche di Paquetá, però negli ultimi mesi di opportunità ne ha avute e non è mai riuscito a sfruttarle, anche per qualche carenza sul piano caratteriale. Nel momento in cui doveva lottare non è riuscito a farlo”.

Secondo lei quali sono i ruoli chiave in cui il Milan deve rinforzarsi per poter avere una rosa davvero competitiva?

“È difficile investire in questa sessione di mercato. Bisogna trovare delle occasioni e lì sta nella bravura dei dirigenti, e mi sembra che la bravura dei dirigenti del Milan, dopo un giudizio troppo superficiale dato da molti all’inizio della stagione scorsa, stia emergendo. Il Milan deve fare anche delle scelte, ad esempio quella di non andare a prendere un vero e proprio vice Ibrahimovic perché Colombo è un ragazzo a cui si vuole dare fiducia, Leao è uno sul quale si vuole investire al fine di farlo crescere come numero 9 piuttosto che come esterno. Questi possono essere rischi ma sono rischi che si devono prendere in un contesto del genere. Mi aspetto che la società si muova per portare in rosa un quarto mediano per avere quattro giocatori quasi di pari livello da interscambiare in un centrocampo che mi immagino rimarrà prevalentemente a due piuttosto che a tre. E poi qualche discorso per la difesa. Un difensore centrale potrebbe servire, poi se un profilo giovane o un giocatore esperto dipende dalle valutazioni della dirigenza. Sul terzino destro credo che non ci saranno grandi movimenti, rimarranno Calabria, Conti e Kalulu. A sinistra per me un vice di Theo Hernandez serve. Poi c’è la questione Donnarumma con il suo rinnovo, insomma tante questioni aperte. In questo momento però credo che sia più importante valutare quelle che effettivamente sono le risorse a disposizione più che svolazzare su possibili colpi che sono difficili da fare. Certo che se il Milan dovesse riuscire a mettere le mani su un Chiesa o su un Milenkovic farebbe un ulteriore, grosso, passo in avanti”.

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Intervista di Manuel Del Vecchio.