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Cardone: "Paquetà è forte, non ha paura di San Siro. Ibra? Ecco perché il tifoso si arrabbia..."

ESCLUSIVA MN - Cardone: "Paquetà è forte, non ha paura di San Siro. Ibra? Ecco perché il tifoso si arrabbia..." MilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
domenica 7 giugno 2020, 20:00ESCLUSIVE MN
di Gianluigi Torre

La redazione di MilanNews.it ha contatto Giuseppe Cardone, ex difensore di Parma e Milan e attualmente allenatore Uefa Pro. Con lui abbiamo parlato di varie tematiche tra cui la ripresa del campionato, della permanenza di Ibra in rossonero, del rispolvero di Paquetà e del futuro di Jack Bonaventura. Queste le sue parole.

Com'è stata la tua esperienza al Milan?
"A malincuore, uscendo dalle giovanili e anche perché stavo lasciando un sogno che avevo raggiunto, andare via dal Milan è stata una mia scelta. Questa scelta è stata dettata da come ero fatto io, ma giocare al Milan è stato gratificante".

Che differenze trovi tra le giovanili di oggi e le giovanili dei tuoi tempi?
“Credo vada fatto un ragionamento generale, però è come se fosse passato un’epoca. Quando scalavi di categoria o andavi ad allenarti con la prima squadra, abbassavi la testa e prendevi le borse dei giocatori veri e le portavi tu. Questo è per farti capire com’era la testa di quei giocatori. Il giro di soldi che c’era in Primavera quando giocavo io, non è minimamente paragonabile a quello che c’è adesso. La differenza però, alla fine, la fa l’uomo, e a me non ha regalato niente nessuno. Ho fatto tanti sacrifici per arrivare dove sono arrivato”.

Che clima c'era nello spogliatoio di quel Milan?
"Il clima nello spogliatoio era ottimo. Ero un professionista ed ero ragazzo che sapeva stare nel gruppo. Io sono stato abbastanza lucido nell’affrontare certe situazioni, però la voglia di sentirmi protagonista è stata più forte di rimanere al Milan".

Ibrahimovic è stato fondamentale per la ripresa del Milan. Meriterebbe il rinnovo?
“Ibrahimovic è un fattore determinante per la squadra. Il rinnovo dipende dai programmi societari. Però si è creata una situazione particolare, e quindi è stato necessario fare questo, e non vuol dire poi abbandonare tutto. L’importante è che questo percorso sia duraturo, piuttosto si tirano giù i muri e si va avanti. Cambiare programma ogni volta poi diventa destabilizzante non solo per l'ambiente, ma anche per la squadra stessa. Se ai tifosi dai una comunicazione di un certo tipo, loro hanno quel tipo di aspettativa. Però il tifoso si arrabbia quando vengono fatti dei programmi e poi vengono disattesi”.

Ti aspetti un colpo in attacco con o senza Ibrahimovic?
“Mi auguro che il prossimo nome per l’attacco del Milan sia una scelta condivisa sia dalla società sia dall’allenatore che siederà sulla panchina la prossima stagione”.

Date le importanti assenze contro la Juventus, Paquetà molto probabilmente avrà la sua chance. Merita un'altra occasione?
“Secondo me Paquetà se sta bene l’occasione la merita sempre. È un giocatore forte anche se con molti alti e bassi. È uno che non ha paura di farsi dare la palla a San Siro, però credo che possa essere quel giocatore che potrebbe dare quello che manca a questo Milan".

Situazione ancor più complicata per Bonaventura.
“Bonaventura ha questa situazione particolare e credo che con la società troverà l’accordo migliore per tutti”.

Venerdì riparte il calcio italiano con Juventus-Milan Come vedi i rossoneri?
“È un test difficile perché il Milan avrà parecchie assenze, la Juventus è sempre la Juventus, però nel calcio non si sa mai. Lo Juventus Stadium è un fattore da considerare, anche perché sarà vuoto”.