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Ielpo: "Avrei cambiato prima Giampaolo. Berlusconi? Sbaglia"

ESCLUSIVA MN - Ielpo: "Avrei cambiato prima Giampaolo. Berlusconi? Sbaglia"MilanNews.it
© foto di Giacomo Morini
lunedì 14 ottobre 2019, 19:30ESCLUSIVE MN
di Thomas Rolfi

La redazione di MilanNews.it ha contattato Mario Ielpo. Con l'ex portiere del Milan abbiamo parlato dell'avvicendamento sulla panchina rossonera, dei limiti di Giampaolo e delle prime impressioni su Pioli. Infine, un commento sulle dichiarazioni di Gazidis e sulla controrisposta di Berlusconi.

Condivide la scelta di cambiare Giampaolo dopo solamente 7 giornate?
"Io l'avrei fatto anche prima, non ho capito i concetti su cui si basava Giampaolo per schierare la squadra. Secondo me, se un allenatore pensa di non avere i giocatori adatti per il proprio gioco, deve cambiare gioco. Un conto è dire 'cambio i giocatori che hanno sempre fatto i titolari e ne metto altri che sono adatti al mio gioco', ma mettere tutti a rotazione e non avere nessuno adatto al suo gioco, lasciando fuori quelli con più qualità perchè magari un po' più indisciplinati tatticamente, non lo capisco come modo di procedere. Non riuscivo a capire dove si andava a parare".

Giampaolo ha avuto la colpa di essere troppo integralista sul modulo e sui propri concetti di gioco?
"Fino ad un certo punto, in realtà, perchè poi ha anche cercato di cambiare. Mai, però, secondo una logica. Ad un certo punto un allenatore deve anche fare delle scelte tra i giocatori che ha, avendo delle gerarchie nella propria testa. Se nel ruolo di centrale di centrocampo preferisce Biglia o Bennacer, va bene, ma non puoi cambiarli continuamente. Non è solo integralista sul modulo, ma anche le scelte sono state incomprensibili. Pensiamo ad Udine: otto giocatori fuori ruolo e non sto esagerando. Solo i due centrali giocavano nelle posizioni corrette. I due terzini, se vai a vederli, hanno giocato una partita stranissima, stando strettissimi accanto ai centrali senza andare mai. Borini era a centrocampo, Calhanoglu regista, Suso dietro le punte, che erano larghe fuori dall'area di rigore. Schierare Piatek in quel ruolo significa fargli un dispetto. Un allenatore bravo deve saper nascondere i difetti dei propri calciatori ed esaltarne i pregi".

Pioli, invece, almeno dalle dichiarazioni, ha sottolineato l'importanza predominante dei giocatori, rispetto al modulo.
"Dal punto di vista delle dichiarazioni, Pioli mi è piaciuto, è intelligente. In questo momento, però, il Milan avrebbe bisogno di un condottiero. In campo si fa fatica a trovarlo e, in panchina, sotto questo punto di vista, non so se è lui l'uomo giusto. Sul mercato degli allenatori, ad eccezione di Spalletti, non c'erano chissà quali alternative. Spalletti avrebbe potuto ricoprire maggiormente il ruolo di condottiero".

Che effetto le ha fatto leggere le dichiarazioni di Gazidis sul fatto che il Milan sia stato salvato dalla Serie D e la successiva replica piccata di Berlusconi?
"Non è come dice Berlusconi. Magari al Milan non avrebbero dato la Serie D, ma la Serie C. Cambia poco. Che il Milan fosse in una situazione difficile finanziaria è evidente. Se il fondo Elliott, invece di escutere il pegno chiedendo le azioni, avesse chiesto i soldi, non so come si sarebbe messa la storia del Milan. Da due gestioni, che dal punto di vista finanziario, le regole le interpretavano, si è passati a quella attuale, in cui ci sono regole più rigide, rispettando alla lettera il Financial Fair Play".

La maggior parte dei milanisti sono convinti che il Milan non sia favorito per centrare il quarto posto. Si respira un eccessivo pessimismo o si tratta di semplice realismo?
"Dal punto di vista del pronostico hanno ragione i tifosi milanisti, secondo me. Ci sono quattro squadre nettamente più forti del Milan: Juventus, Inter, Napoli e Atalanta. Poi ci sono Roma e Lazio, e forse anche il Torino, che sono a livello dei rossoneri. Mi sembra difficile che il Milan possa farcela ad arrivare quarto. Come l'anno scorso, però, anche perchè il calcio è imprevedibile, è importante che il Milan creda alla Champions e riesca a rimanere agganciato alla lotta per questo obiettivo fino alla fine, perchè altrimenti diventa semplicemente un campionato per crescere in vista dell'anno prossimo".