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Nicolodi: "Rangnick uomo giusto sulla carta, ma ha il carattere di Boban"

ESCLUSIVA MN - Nicolodi: "Rangnick uomo giusto sulla carta, ma ha il carattere di Boban"MilanNews.it
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mercoledì 4 marzo 2020, 16:30ESCLUSIVE MN
di Thomas Rolfi

Grande ribaltone a livello societario in casa Milan, con Boban che non farà più parte del club e con Gazidis che avrebbe individuato in Ralf Rangnick l'uomo da cui ripartire nella prossima stagione in un inedito doppio ruolo per l'Italia, dirigente sportivo e allenatore. Per conoscere meglio l'attuale Head of Sport and Development Soccer del gruppo Red Bull, la redazione di MilanNews.it ha contattato Pietro Nicolodi, commentatore di Sky Sport esperto di calcio tedesco.

Per chi non conoscesse Ralf Rangnick, come lo descriverebbe?
"Parlando a livello teorico, è l'uomo perfetto per costruire un'organizzazione. Lo ha fatto all'Hoffenheim, lo ha fatto al Lipsia, lo ha fatto al Salisburgo e lo ha rifatto al Lipsia un'altra volta. Le basi che ha posto in quei club sono stati straordinari. Chiaramente, devi lasciargli il tempo di lavorare, cosa che in Italia non succederà mai. E' un organizzatore straordinario e ha già fatto allenatore e direttore sportivo contemporaneamente. E' metodico in una maniera mostruosa, pignolo, vive e pensa calcio 24 ore su 24, ha mille idee. E' una persona abbastanza rigida, e dal punto di vista calcistico è un mezzo genialoide. Ha portato lo Schalke 04 in semifinale di Champions League con una squadra non propriamente fortissima. E' uno sicuramente molto bravo, ma deve avere potere. Quando è andato via dallo Schalke ha litigato con il direttore sportivo di allora e prima della sua ultima partita è entrato in campo e ha salutato tutti quelle della prima fila dell'Arena Auf Schalke facendo un vero e proprio giro d'onore dando il cinque a tutti. Poi ha allenato durante la partita e se ne è andato".

Avendo parlato dell'aspetto teorico, andiamo sul pratico: può rappresentare l'uomo giusto per ripartire per il Milan?
"Non saprei dirtelo, dipende da un sacco di fattori, ad esempio se riesce ad adattarsi subito. Dovrà fare tutto molto in fretta: mentre a Lipsia gli danno un anno per rimanere in Zweite Bundesliga e gli permettono l'anno dopo di conquistare la promozione, da noi non sarebbe mai potuto succedere. Inutile nasconderlo. Qua alla terza giornata in cui non vinci hai già fallito tutto. Poi in una città come Milano, che vive il calcio in maniera abbastanza intensa, diventa ulteriormente difficile. E' proprio quello che preoccupa in questa eventuale scelta, anche se Rangnick credo che se dovesse andare al Milan, arrivi con delle garanzie. Se io dovessi scegliere un uomo con cui rifondare una squadra per dare delle basi solide per i prossimi 10 anni, Rangnick sarebbe uno dei primi da cui andrei".

Può funzionare in Italia un modello di player trading come fatto nelle esperienze in Germania o al Milan sarà costretto a cambiare la propria filosofia?
"Con il Lipsia era un po' più facile farlo, perchè aveva una succursale a Salisburgo che lavorava piuttosto bene. Non ha fatto solo player trading con giocatori giovani, però. Ha anche preso diversi giocatori che non trovavano spazio da altre squadre come il PSG e da squadre inglesi. E' spaventosamente attento e ha un discreto fiuto nel trovare giocatori importanti".

Può rappresentare un vantaggio avere finalmente una catena di comando gerarchica chiara al Milan, visto quanto successo negli ultimi anni con tante teste in ruoli simili?
"Innanzitutto bisognerà vedere se Rangnick verrà per fare l'allenatore, il manager o entrambe le cose. Mi spiace per Boban, ma non è il tipo che sta lì a scaldare la poltrona. Poi è uno che dice sempre quello che pensa, quindi rischia sempre parecchio. Tra l'altro Rangnick è uguale, cioè se gli passa qualcosa per la testa non se la tiene dentro. E' molto tedesco, da questo punto di vista. Non è particolarmente diplomatico. Vedremo, se dovesse arrivare, come lavorerà con Gazidis, che ha già lavorato con Wenger all'Arsenal, che è alsaziano, quindi di mentalità tedesca".