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Nosotti: "Milan, bisogna ripartire da persone capaci. Gigio va tenuto"

ESCLUSIVA MN - Nosotti: "Milan, bisogna ripartire da persone capaci. Gigio va tenuto"MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 30 marzo 2020, 17:00ESCLUSIVE MN
di Pietro Andrigo

La redazione di Milannews.it ha contattato Marco Nosotti, giornalista di Sky Sport, per commentare le eventuali decisioni per il campionato la situazione del Milan. Queste le domande e le risposte:

Stiamo vivendo una situazione di grande emergenza, in cui il calcio giustamente viene in secondo piano. Alla luce dell’incertezza di questa situazione, quale pensa possa essere la scelta più logica per il campionato?

“Penso che ci siano da stabilire delle priorità. Bisogna considerare che la situazione non sarà più come prima e già adesso ne facciamo esperienza in tutti i settori della nostra vita. Dobbiamo capire quali sono i valori fondanti su cui stabilire la nostra ripartenza come ad esempio il lavoro, la solidarietà, la sicurezza. Il mondo del calcio deve capire che è inserito in questo contesto in cui sono coinvolte la salute dei calciatori e degli addetti ai lavori e, in questo senso, indirizzare le proprie scelte. Credo che sia necessario aspettare quello che dicono il governo e gli scienziati sull’emergenza e, in base a quello che sarà, cercare di andare avanti rispettando le decisioni. Ho sentito della possibilità di giocare anche a luglio e agosto, questo potrebbe essere una soluzione ma rispettando la salute e le priorità di questa situazione."

Vede difficile, quindi, una ripresa del campionato?

"Credo si faccia fatica a riprendere il campionato perché non esiste una norma precisa in base a questa emergenza, in questo caso quindi penso che si debba essere disposti a perdere qualcosa. La stagione, quindi, va riscritta con i vari problemi di scrivere la stagione con retrocessioni e qualificazioni in Europa. In questo senso, quindi, non pensiamo di fare playoff o situazioni particolari."

Argomento riduzione taglio degli stipendi dei calciatori. Pensa che ci debba essere una scelta collegiale ordinata dalla lega o debba essere una decisione autonoma dei club?

“Penso che se dovessero aderire ad una scelta di principi comuni questo provvedimento potrebbe essere più facile anche se le situazioni sono differenti da società a società. Alcune sono quotate in borsa, altre ovviamente hanno diverse esigenze. Credo ci debba essere un confronto chiaro tra le squadre e gli atleti, i calciatori mi sembrano disponibili. Penso che possa essere una prospettiva di risparmio per le diverse squadre nel contenere le perdite a bilancio e al tempo stesso metterebbe questi giocatori nella prospettiva di rinunciare a qualcosa o procrastinare nel bilancio successivo. Ci vogliono delle linee di massima in cui poi le società ragioneranno con i propri tesserati. Tutto il mondo del calcio poi dovrà essere rivisto, diminuendo spese e perdite per evitare che imploda. Bisogna, quindi, ridurre gli ingaggi e diversificare i modi di introitare. Credo che la FIFA darà linee guida precise a federazioni e società cercando poi di modulare in base alle diverse società. Sarà poi importante che i risparmi sugli ingaggi possano garantire lo stipendio a dipendenti e società."

Milan alla bandiere, se ne parla tanto ed è stato il trend degli ultimi anni. Per ripartire crede che ci sia ancora bisogno di profili del genere o è meglio ripartire da persone esterne alla storia rossonera?

“Bisogna ripartire da persone capaci che conoscano sia la situazione Milan attuale che la storia rossonera. C’è bisogno di persone che sappiano fare bene il loro lavoro dietro la scrivania e nella programmazione futura. Ho visto bene il lavoro di Maldini e anche di Boban ma se ci sono occasioni di scontro è giusto che le parti si lascino. L’equazione grande dirigente uguale a bandiera non è obbligatoria, credo che aiuti e sia importante per dialogare con l’esterno e l’interno della società. Il Milan, ora, è destinato a restare in mano a persone che sono esterne alla storia rossonera e bisogna vedere come sapranno gestire questa situazione e come sapranno costruire il futuro. Non precludo il discorso delle bandiere come il discorso di una persona esterna, ma c’è bisogno di una figura che conosca la situazione attuale e la storia rossonera. Spero che il Milan abbia la possibilità di suscitare persone attente a quello che è stato il Milan, sapendo che c’è bisogno di tempo per ricostruire e per attendere risultati."

Alla luce delle difficoltà iniziali e quelle incontrate in corso d’opera, come giudica il lavoro di Pioli sin qui?

“Pioli probabilmente non è un capo popolo ma è una persona che ha lavorato e sta lavorando bene. Conosce il calcio, ha esperienza di uomini, di gestione e di empatia nello spogliatoio. Ha le competenze per entrare in corso d’opera e sa dove mettere le mani. Questo Milan era stato costruito male, non era omogeneo nella rosa e lui è riuscito a costruire una squadra riconoscibile nell’identità e nel gioco. E’ stato bravo a capire quale giocatori avesse a disposizione ma soprattutto gli uomini che si è trovato davanti, staccando la squadra dalle pressioni esterne e formando un gruppo su un’identità tecnico-tattica precisa. Ha lavorato bene perchè ha dato riferimento. E’ arrivato Ibrahimovic: lo svedese è stato bravo a inserirsi ma Stefano ha saputo capire come inserirlo nel proprio sistema di gioco e ha capito quali caratteristiche poteva dare fuori dal campo."

 Ha saputo far crescere diversi giocatori. 

Ha trovato un Rebic, in difficoltà, ed ora è in fiducia così come Leao, un giocatore da far crescere ma che ha i mezzi per diventare un calciatore importante. Ha giocatori che sanno sfruttare la lunghezza del campo come Bennacer, calciatore di prospettiva ma già importante per il presente e capace di giocare a due anche se deve capire bene nella fase dentro-fuori andando a dare una mano sugli esterni. Fasce dove c’è Theo Hernandez che è da gestire perchè è un’ala che ha una forza e un’atletismo incredibili, deve migliorare un po’ nell’irruenza quando rientra perchè rischia di commettere fallo. Sono giocatori che Pioli ha fatto crescere e che con Ibrahimovic hanno creato un’identità. Guardando proprio allo svedese, questi giocatori quando vedono Ibra lavorare in un certo modo devono avere il desiderio di fare meglio e guardare a lui come un esempio."

La situazione contrattuale di Donnarumma è incerta, così come quella economica del Milan. I rossoneri dovrebbero sacrificarlo o ripartire da lui?

“Ha dimostrato tanto sul campo. Parlando da ammiratore di Donnarumma che lo ha visto crescere nel club e in nazionale, credo sia uno dei prospetti più interessanti in questo ruolo. Nel mondo ci sono pochi che hanno questi margini di miglioramento e queste qualità. Non sono un dirigente attento alle esigenze del club, quindi da estimatore di Donnarumma mi piacerebbe che rimanesse nel calcio italiano e che desse corso ai suoi sogni di essere un uomo predestinato del Milan. Sarebbe una figura importante per il Milan anche perchè la fortuna di questa squadra, oltre agli olandesi, sono stati gli italiani di grandissima qualità che hanno creato il dna rossonero e che sono sempre restati. In questo senso si tenga Donnarumma ma allo stesso tempo bisogna considerare che il Milan avrà un tetto di ingaggi e prospettive di crescita a lungo termine, quindi temo che possa essere messo sul mercato per avere introiti importanti e per cercare di ricostruire la squadra. Anche dopo questa emergenza, il tetto degli stipendi rossoneri sarà abbassato e conseguentemente il suo ingaggio sarà difficile da ridurre. Mi piacerebbe che restasse e spero che il nuovo corso della società possa ripartire da lui, nonostante le difficoltà del caso capendo che ci possono essere esigenze di bilancio e economiche."

E' tornato Ibrahimovic e ha dato ancora una volta prova della sua forza. È stupito del suo impatto, soprattutto a livello caratteriale? 

“E’ un accrescitore di stimoli, ha una capacità di gestione incredibile e sa correre in maniera esemplare. Da uno come Ibrahimovic, giocatore da intelligenza non comune e di una forza morale non indifferente, temevo che potesse patire qualcosa sotto il piano fisico ma ha dimostrato di essere ancora un’atleta formidabile. E’ un giocatore che nello spogliatoio, nel lavoro settimanale dà tantissimo essendo un riferimento per tutti. Tatticamente con lui si può lavorare sulla palla lunga, sulle seconde palle e portare più persone in area con lo svedese che ti crea spazi. Sa gestire il pallone in maniera ottimale e rende la squadra molto più pericolosa. Correrà meno però corre benissimo, perchè quando si vede come si muove con e senza palla e come si libera sono i movimenti tipici di un grande calciatore."