Baresi: "La fascia da capitano dà effetti incredibili. Avrei voluto mettermi di più nei panni degli avversari"

Baresi: "La fascia da capitano dà effetti incredibili. Avrei voluto mettermi di più nei panni degli avversari"MilanNews.it
venerdì 8 maggio 2020, 18:44News
di Matteo Calcagni

Franco Baresi, intervistato da Milan TV, ha parlato di tanti argomenti nel giorno del suo sessantesimo compleanno.

Su sessant'anni: "Un po' d'emozione, mi vengono in mente tante cose, il percorso che ho fatto insieme a questo club. Ho vissuto momenti che rimangono nei miei pensieri e nei miei ricordi. Liedholm è stato quello che mi ha lanciato, Rivera il mio capitano, Paolo l'ho visto esordire e crescere, ha preso il testimone e poi sappiamo quello che ha fatto. Per me essere stato accanto a questi super è stato un onore. Un orgoglio aver rappresentato il Milan per tutti questi anni, ho portato la fascia per 15 anni, è un pezzo di stoffa che dà effetti incredibili su chi la porta. Mi ha dato un ulteriore stimolo, una ulteriore responsabilità. L'ho indossata a 22 anni, forse non ero pronto ma ho imparato strada facendo, all'inizio non contavo niente, dovevo farmi valere sul campo e non con la voce, questo mi ha dato il là ad essere un punto di riferimento, ispirare i compagni, avere coraggio e non lasciare indietro nessuno".

Sull'esordio: "Al Milan sono arrivato che ero adolescente, ho fatto tutta la trafila del settore giovanile. Ero in trepidazione, quando la mattina seppi che avrei giocato non mi rendevo quasi conto. Quei giocatori con cui ero negli spogliatoio li vedevo in televisione, nelle figurine. Mai avrei pensato di poter essere accanto a loro in quei momenti".

Sullo scudetto della stella: "Ancora adesso non mi rendo conto, facemmo una grande impresa. Ricordo quel giorno, Rivera parlò a tutto lo stadio, sono passati tanti anni. Mai avrei pensato di vivere tutto quello che poi ho vissuto con questa maglia. Abbiamo fatto felice tanto il nostro popolo rossonero ed approfitto per ringraziarlo, mi ha sostenuto fin dal primo giorno. C'è un grande rapporto tra me e la gente, questo mi inorgoglisce".

Sugli altri tifosi: "Ho avuto la fortuna di giocare tanti anni con la Nazionale, i rossoneri sappiamo quanto mi amano ma anche tanti altri tifosi. Questo mi riempie di orgoglio anche se sono stato avversario tanti anni. Quando si vince a volte non ci si mette nei panni degli avversari, vorrebbero batterti e soffrono. Pensandoci dopo avrei avuto più attenzioni anche verso di loro".

Sulla maglietta fuori dai pantaloni: "Era un po' il mio vizio, non mi sentivo a mio agio quando me la facevano mettere dentro. In campo internazionale gli arbitri non volevano, ero un po' a disagio".

Sul Milan: "Ho sempre creduto in questa società, ho sempre creduto di poter raggiungere soddisfazioni, il Milan mi ha dato tutto questo, ho sempre cercato di ripagarlo dando il meglio sul campo".

Sull'addio al calcio: "Fu una scelta ponderata, la pensavo durante l'anno. Fu particolare, ho avuto problemi al tendine, mi sono accorto che non mi allenavo come volevo. Quando ti accorgi che non sei più imbattibile devi dire basta e guardare avanti per altre esperienze".

Sul comportamento: "Credo che sia fondamentale il comportamento che uno ha e che porta avanti in campo e fuori. Devi stare attento a chi non è sempre in campo, non bisogna mai dimenticare nessuno e lasciare indietro nessuno".

Sul Coronavirus: "Stiamo attraversando un momento molto difficile, essere squadra è fondamentale. Guarderemo il futuro in maniera diversa dando importanza a tutto ciò che ci circonda".

Sui ricordi: "Il ricordo del maggio dell'88 fu particolare, ancora ho negli occhi San Siro pieno. Rividi la gioia e l'emozione di tutti. Poi l'anno dopo a Barcellona...".