Brandao: "Rabiot un grande giocatore. A Sheva preferii il passaporto brasiliano"

A poche ora da Milan-Bologna, l'ex attaccante del Olympique Marsiglia Brandão ha rilasciato un intervista esclusiva a Alessandro Schiavone per MilanNews.it. L'ex attaccante brasiliano segnò il gol che eliminò l'Inter dalla Champions League nel 2012.
Che opinione si è fatto sulla lite tra Rabiot e Rowe a Rennes?
"Io non so quello che è successo nello spogliatoio. Io mi occupo sul mio lavoro (allena gli under 23 del Racing Luxembourg ndr). So che sono venuti alle mani ma non conosco i fatti."
Cosa pensa di Rabiot?
"Che è un grande giocatore."
Cosa pensa di Ancelotti sulla panchina del Brasile?
"Ancelotti è Ancelotti. Ha vinto tante Champions League e possiede tanta esperienza per far crescere i giocatori brasiliani. Vediamo quello che succederà anche perché in Brasile c'è tanta pressione. Ma lui è già a conoscenza di questo, speriamo che faccia un grande mondiale col Brasile e che ci faccia vincere il sesto mondiale. Ci sono tante ottime squadre e non sarà facile. Poi in Brasile ci sono tanti allenatori (ride ndr) e vista la concorrenza con Francia, Spagna e Germania sarà complicato."
Lei non ho mai sognato di giocare in Serie A?
"No il mio sogno era quello di giocare con la nazionale brasiliana. Quando ero allo Shakhtar avevo la possibilità di andare al mondiale con l'Ucraina nel 2006. Ma ho lasciato perdere perché dovevo sacrificare il mio passaporto brasiliano per ottenere quello ucraino. Poi ho deciso di prendere quello francese."
Nessun rimpianto di non aver giocato con Shevchenko in Germania quindi?
"No a Sheva ho preferito tenere il mio passaporto brasiliano. E poi...."
Ci dica...
"Io col Marsiglia ho fatto gol all'Inter a San Siro. Nello stadio dove hanno fatto la storia leggende brasiliane come Ronaldo, Adriano, Kakà... dopo quel gol non si sentiva volare una mosca nella tifoseria dell'Inter. Ma uno poteva sentire solo i tifosi dell'OM. Erano pazzi di gioia e questo per me non ha prezzo. Ero in panchina e dissi al preparatore fisico: se entro faccio gol. Quando Deschamps decise di farmi entrare dissi a lui: 'Mister farò gol'. Ho avuto fortuna con un rimpallo favorevole, con la palla che tocca la mia schiena su lancio di Mandanda. Il resto è storia. Fu un momento importante per me perché ci ha permesso di qualificarci ai quarti di finale. Ora sogno di allenarlo, il Marsiglia."
Ma chi è più forte Ronaldo o Pelé?
"Pelè. Purtroppo oggi i grandi numeri nove come Ronaldo, Romario, Bebeto e Robinho non ci sono più in Brasile. E sapete perché? È cambiato il sistemo calcio e poi a 17 anni i talenti già lasciano il paese per venire in Europa. E adattarsi qui non è facile. Poi tante squadre non giocano più con una prima punta. Oggi le squadre preferiscono attaccanti rapidi e fisici che svariano su tutto il fronte d'attacco. Vediamo se tornerà il grande centravanti brasiliano un giorno.
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