Galli: "Bartesaghi è un ragazzo consapevole del proprio talento e dell’impegno necessario per allenarlo affinché potesse mettersi in mostra alla Scala del calcio"

Galli: "Bartesaghi è un ragazzo consapevole del proprio talento e dell’impegno necessario per allenarlo affinché potesse mettersi in mostra alla Scala del calcio"MilanNews.it
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 22:24News
di Manuel Del Vecchio

Le prestazioni di Davide Bartesaghi hanno colto un po' tutti di sorpresa, con il classe 2005 che è riuscito a ritagliarsi un bello spazio nel nuovo Milan di Max Allegri. Il terzino, molto giovane, ha comunque già una discreta esperienza tra i professionisti grazie alle partite in Serie C col Milan Futuro.

Filippo Galli, storico difensore rossonero, nel suo editoriale per MilanNews.it parla delle qualità determinanti per un corretto percorso di crescita quando si parla di giovani ragazzi: "Già dalle sue prime apparizioni in Serie A (lo scorso anno ha giocato nel Milan Futuro, un progetto migliorabile, ma forse non del tutto inutile) è cominciata la corsa della stampa calcistica e degli addetti ai lavori a scoprire a chi vadano i meriti dell’ascesa di Davide: allo scout che l’ha segnalato, a quello che l’ha seguito, a chi ha contattato i genitori per proporre loro l’ingresso nel settore giovanile magari dovendo illustrare e spiegare le ragioni affinché ragazzo e famiglia, che sono di Erba, accettassero il progetto formativo rossonero e non quello di altri club prestigiosi della Lombardia, in cui oggi dovremmo includere anche il Como. Aggiungiamoci gli allenatori e tutte le figure professionali che Davide ha incontrato nel suo percorso, compreso l’agente o procuratore che dir si voglia. E non dimentichiamo, altrettanto importanti, la famiglia, le amicizie, i compagni di squadra e quelli di scuola, magari i primi coinvolgimenti sentimentali e, più in generale, il contesto in cui è immerso.

Sono, infatti, tutti questi elementi, incontri e frequentazioni a muovere le emozioni, a stimolare il pensiero, a indirizzare la personalità in una direzione costruttiva o distruttiva. Elementi che, nella mia visione del calcio e della persona-atleta, non possono essere separati dalla tecnica, dalla tattica o dall’atletismo: tutti, di fatto, concorrono a determinare l’efficacia in campo del giocatore. Certamente la maggiore responsabilità è in capo alle figure adulte che possono indirizzare in un senso o nell’altro l’educersi del talento e la conseguente traiettoria di carriera del giocatore. A questa responsabilità non può sottrarsi però l’atleta stesso che, seppur indirizzato dagli adulti, deve personalmente e progressivamente fare delle scelte: nei comportamenti, nelle azioni in campo e fuori dal campo, quali persone seguire e da quali prendere le distanze.

Bartesaghi è esattamente questo. Un ragazzo consapevole del proprio talento, dell’impegno necessario per allenarlo affinché potesse (no, il talento non basta a sé stesso) un giorno mettersi in mostra alla Scala del calcio. Ora occorre dare continuità sapendo che i processi di crescita subiscono momenti di stasi, a volte regressione, per poi ripartire verso l’alto".