RINGHIO si racconta

Gennaro Gattuso ha fatto una sorta di viaggio nel passato, ripercorrendo la sua avventura al Milan fino all'infortunio che lo sta tenendo fermo. E lo ha fatto ai microfoni di Sky, intervistato per il programma "I signori del calcio".
Com'è stato l'impatto con Milanello? "Non è stato facile vedere le foto con tutti quei trofei. I primi anni i risultati non arrivavano, non si vinceva nulla e pensavo quasi che fosse colpa mia".
La prima stagione in cui hai vinto con il Milan è stata il 2002-2003: Coppa Italia, Champions League, Supercoppa Europea... "Fu una gioia incredibile vincere la Champions contro la Juventus. E' indescrivibile quello che ho provato. Avevo sempre sognato di vincere la Champions, ed è stata una liberazione".
Cosa ricordi di quella notte a Manchester? "Ricordo tutto, ringraziai i miei genitori per avermi fatto crescere, per avermi dato la possibilità di giocare a calcio, la dedicai a loro. Per la prima volta mi sono sentito realizzato nella mia vita".
L'anno dopo arrivò il tuo unico Scudetto, fino ad oggi. "Vincemmo contro la Roma in casa e diventammo Campioni d'Italia, ma la gioia di Manchester era stata più grande".
Il derby per te è la 'partita': nel primo derby ci fu subito un litigio con Ronaldo. "Fu un atteggiamento inopportuno da parte mia che vorrei cancellare dalla mia carriera".
Come andò? "Ronaldo, saltando, colpì involontariamente Ayala alla testa e io andai a muso duro a dirgli di non tirare gomitate. Non fu una bella cosa da parte mia".
Istanbul: dopo quella finale, per la prima volta, volevi lasciare il Milan... "Mi sentivo troppo responsabile per quella sconfitta perché sentivo di non essere stato all'altezza di quella finale. Avevo pensato che forse era giusto cambiare aria".
E' stato un terremoto quella finale persa? "Ho sentito tutte le colpe su di me, non mi sentivo bene con me stesso e non riuscivo più ad allenarmi con l'entusiasmo degli anni passati".
Nel 2006-2007 il Milan vince tutto: Champions, Supercoppa Europea, Mondiale per Club. Fu il tuo anno migliore? "Non so se è stato l'anno migliore. i primi cinque mesi non giocavamo bene ed eravamo sempre in affanno. Si diceva che chi aveva vinto la Coppa del Mondo non aveva più grinta. Poi, dopo Malta, la squadra ha cominciato a giocare in modo incredibile. Forse gli anni migliori sono stati quello della Champions del 2003 e il 2004, quando abbiamo perso a La Coruna. In quegli anni, andavamo in Europa e vincevamo contro tutti".
La Supercoppa Europea, subito dopo la morte di Puerta. "Un'atmosfera stranissima, non volevamo giocare e loro decisero di farlo ugualmente. Di solito, prima di una finale, ci si carica a vicenda negli spogliatoi. Poi, l'atmosfera è cambiata perché il Siviglia teneva la musica altissima nello spogliatoio, forse perché volevano dimenticare quello che era successo. C'è stato molto rispetto e fair play in quella partita. Abbiamo vinto, ma soffrendo".
L'Intercontinentale invece è stata una passeggiata... "Un'altra rivincita. Abbiamo sofferto più contro i giapponesi che contro il Boca. E' stato bellissimo potersi giocare la rivincita sia contro il Liverpool che contro il Boca".
Questa stagione passerà alla storia perché, per la prima volta, un giocatore si fa male cadendo in panchina e rimane in campo per 86 minuti con un ginocchio rotto... "Dopo la partita contro il Catania dissi: "Oggi Dio me l'ha mandata buona, ho rischiato di spaccarmi il ginocchio". Invece era già rotto e non me n'ero neanche accorto. Durante la partita sentivo un po' di fastidio ma non quel dolore che poi ho avuto dopo. Per quanto riguarda il braccio, lì ho fatto la figura del pirla. Ho dovuto aspettare 31 anni per fare due anestesie totali però, per andare a pari con tutto quello che mi dato il calcio, forse mi dovrei spaccare dieci volte".

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