Tomori, "guaio" sfiorato sul rigore di Calhanoglu. In futuro attenzione all'encroachment
Le partite si vincono con le grandi giocate, con lo spirito di squadra e soprattutto con l'attenzione ai dettagli. E ieri sera c'è stata superficialità su un dettaglio che per poco non vanificava la parata da campione di Maignan sul rigore di Calhanoglu. Ma andiamo con ordine.
Calhanoglu si appresta a battere il penalty, Maignan inizia il mind game che manda in confusione il turco, c'è il tiro e la parata, tutto nell'arco di pochi secondi. Maignan è bravissimo a rialzarsi e anticipare sulla ribattuta non solo Calhanoglu, ma soprattutto Tomori. Sembra strano, ma il secondo intervento di Mike ha evitato una situazione che sarebbe stata frustrante a dir poco.
Questo perché Tomori, al momento del tiro di Calhanoglu, si trovava già all'interno della lunetta dell'area di rigore: se fosse stato lui a toccare palla dopo la respinta di Maignan tanto sarebbe bastato per far ripetere il penalty. La regola infatti dice che quando un compagno del portiere commette un’infrazione se il pallone non entra in porta allora il calcio di rigore dovrà essere ripetuto. Per encroachment, o invasione, si intende un calciatore che, prima che il pallone sia in gioco, si avvicina a meno di 9,15 m dal punto del calcio di rigore o a meno di 11 m dalla linea di porta avversaria oppure che entra nell’area di rigore. Entrare nella lunetta dell'area di rigore vuol dire essere a meno dei 9,15 metri di distanza dal dischetto del rigore.
L'infrazione però si concretizza solo se il difensore che fa invasione va a colpire il pallone dopo la parata del portiere. Da qui il controllo VAR di ieri sera dopo il penalty: da Lissone hanno poi verificato che non c'è stata nessuna infrazione, è Maignan a toccare nuovamente palla e non Tomori, e quindi non c'è stato bisogno di ripetere il rigore. Ma che serva da lezione a Fik, sempre molto irruento, e tutti i suoi compagni: un ripassino della regola non può che evitare situazioni spiacevoli in futuro.

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