Come arriva il Milan al primo big match stagionale?

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di Manuel Del Vecchio

Come arriva il Milan al primo big match stagionale? Tra i tifosi, ma un po' in tutto l'ambiente, è tornato quel sano friccicore che accompagna l'avvicinamento ad un big match in Serie A. Una sensazione che, purtroppo, in questi lidi non veniva provata da un po' di tempo. Contro il Napoli non sarà uno dei tre snodi rimanenti per decidere le sorti della stagione ma è una sfida che porta con sé un significato importante. Prima dell'Udinese Allegri aveva tenuto molto in alto l'asticella dell'attenzione generale insignendo la sfida del Bluenergy Stadium di un'importanza inattesa, quasi a voler togliere pressione alle gare successive contro Napoli, Juventus e Fiorentina. Domattina alle 12 il mister parlerà in conferenza stampa, ma ci sentiamo di anticipare che difficilmente si giocherà nuovamente la carta dello snodo.

Dopo quattro giornate di Serie A la classifica recita: Napoli 12, Juventus 10 e Milan 9. I partenopei, da campioni in carica, guidano a punteggio pieno. Il Milan insegue a tre lunghezze a causa dell'inaspettata sconfitta contro la Cremonese nel match d'apertura a San Siro. Da quel 23 agosto è passato poco più di un mese ma la squadra sembra avere una fisionomia totalmente diversa in tutti gli aspetti. Allegri e Landucci leggendo queste righe predicherebbero assoluta calma e sano equilibrio, ma è merito loro se l'ambiente rossonero è tornato ad aspettare con ansia che il Milan torni a giocare dopo ogni partita.

Da un ottavo posto con ambiente disastroso ad una speranza, legata alla fiducia, di tornare a competere per cose importanti. È presto, Max ci tiene a specificare che la fase calda comincia a marzo e fino ad allora bisognerà essere bravi a rimanere in scia per poi farsi trovare pronti nel momento che conta. Si possono però già intravedere le prime avvisaglie di un ambiente squadra diverso: l'anno scorso di questi tempi si parlava, nonostante un imbarazzato Furlani l'avesse definito "non evento", dell'ammutinamento del cooling-break di Theo e Leao durante Lazio-Milan, quest'anno c'è già una bella foto simbolo come quella dell'esultanza di tutta la squadra con Nkunku che certifica armonia, divertimento e unione. Cos'è cambiato? Una cosa, ma probabilmente la più importante: a Milanello è arrivato un allenatore che ha credibilità con tutti i giocatori e con tutto l'ambiente. Senza parlare di schemi, idee calcistiche, ambizioni. Solo credibilità. Max, raccontano i giocatori, è un uomo dalla battuta facile ma anche un professionista esigente. Quando è il momento di fare sul serio non esistono sbavature o comportamenti sopra le righe: fare una telefonata ad Alex Jimenez per trovare conferme.

Fin qui non abbiamo ancora scritto di campo perché è evidente che quello che mancava al Milan era fuori. Di conseguenza, una volta trovata una stabilità ambientale interna ed esterna con Allegri e Tare, a cascata si muovono le cose anche sul rettangolo verde. Due partite di Coppa Italia e quattro di campionato ovviamente sono poche per analisi approfondite, ma le prime uscite hanno regalato ai tifosi un Milan sicuro, quadrato, compatto, pulito tecnicamente. Tutto quello che nel recente passato non c'è stato. I giocatori più forti vengono messi nella condizione di esprimersi al meglio, chi deve riscattarsi o riconfermarsi segue a ruota: in campo il Milan di Allegri finora ha funzionato ed ha anche entusiasmato. Si subisce poco, ma mai il poco che vorrebbe l'allenatore, e si crea tanto. C'è altro da aggiustare? Ovvio. Max e Landucci lo hanno ripetuto più volte: non esiste il mantenimento. O si migliora o si peggiora. Questo è un Milan che sta migliorando di partita in partita e domenica avrà l'opportunità di mettersi alla prova con un avversario di assoluto valore, probabilmente la squadra più forte e meglio allenata del campionato. E come ci arriva il Milan? Bene, con un ambiente che non vede l'ora che si scenda in campo. Non è una mancanza di rispetto verso il Napolo o un prendere sotto gamba l'evento, ma semplice entusiasmo dato dal rivedere un Milan che può tornare ad essere competitivo.

C'è poi una piccola postilla. Ad oggi Allegri non ha praticamente mai avuto a disposizione Rafael Leao e Ardon Jashari, uno dei due colpi più costosi del mercato rossonero. Quanto margine e quanto potenziale ancora inespresso c'è ancora rende il tutto ancora più elettrizzante.