Corriere - Indagati Furlani e Gazidis: l'ipotesi è che il Milan sia ancora controllato da Elliott. I dettagli

Secondo quanto riportato da Luigi Ferrarella de Il Corriere della Sera, Giorgio Furlani, attuale CEO del Milan, e Ivan Gazidis, suo precedessore, risultano "indagati dalla Procura di Milano per l’ipotesi di reato di ostacolo all’attività della Federazione Italiana Gioco Calcio di vigilanza sui requisiti di legge delle società padrone di squadre di calcio".
L'IPOTESI
L'’ipotesi - si legge sul Corriere - è che il Milan "non appartenga davvero a chi dal 31 agosto 2022 ne appare il proprietario teorico, e cioè l’allora acquirente fondo statunitense RedBird del finanziere Gerry Cardinale, ma che in realtà sia sempre rimasto e sia tuttora sotto l’influenza controllante dell’allora apparente venditore, il fondo statunitense Elliott del finanziere Paul Singer, viene suggerita al Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza da tre fonti documentali di inedite circostanze. Ricavate alcune da documenti depositati alla Sec negli Stati Uniti, altre da documenti trovati in Lussemburgo nelle perquisizioni di un anno fa ai già indagati consiglieri di amministrazione Jean MarcMclean e Daniela Italia, ma altre ancora pescate in un recentissimo documento interno al Milan stilato per presentare il club nel tour invernale di contatti della dirigenza con potenziali investitori arabi".
Se tale scenario dovesse essere confermato e rafforzato dagli esiti delle perquisizioni odierne della sede del Milan e delle case degli indagati, compresi sequestri di telefoni e computer degli interessati, il Milan avrebbe violato le norme sulle comunicazioni obbligatorie alla Figc e l'articolo 5 del regolamento Uefa sulla multiproprietà.
LE DOCUMENTAZIONI
Oltre alla relazione trimestrale del Milan inviata il 27 maggio 2022 alla Figc, che non faceva alcun cenno al fatto che appena 24 ore prima fosse stato sottoscritto il preliminare di vendita del Milan, secondo il Corriere della Sera, i pm milanesi starebbero facendo leva su alcuni documenti riguardanti le ufficiali catene societarie di controllo del Milan dopo il teorico passaggio di proprietà sui cui avrebbero rilevato "singolarità e incongruenze".
Tra queste, in primis, vi sarebbe il fatto che "in cima - si legge - alla catena di Gerry Cardinale apparisse in realtà non una sua azienda, ma una sigla societaria collocata nel Delaware allo stesso indirizzo di due società che per conto del fondo Elliott avevano la maggioranza della società usata per acquisire il Milan, «Project Redblack»".
Altre singolarità e incronguenze sarebbero state rilevate in "uno scritto interno al Milan, finito in mano agli inquirenti non si capisce come: una sorta di presentazione dell’attuale assetto del Milan, preparata per i colloqui avuti dalla dirigenza del Milan nelle settimane scorse con potenziali acquirenti/investitori arabi. Dall’interpretazione di questo documento la GdF trae la convinzione appunto che l’influenza dominante sul Milan sia tutt’oggi non di RedBird, ma ancora di Elliott; e che, di questo controllo di fatto, la chiave sia il da sempre curioso «vender loan agreement» sottoscritto tra Elliott e RedBird".
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