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Monguzzi: "Vi racconto come abbiamo trasformato Gabbia in difensore centrale. Contento anche per i percorsi di Loca e Cutrone"

ESCLUSIVA MN - Monguzzi: "Vi racconto come abbiamo trasformato Gabbia in difensore centrale. Contento anche per i percorsi di Loca e Cutrone"MilanNews.it
© foto di Pietro Mazzara
giovedì 20 febbraio 2020, 14:00ESCLUSIVE MN
di Pietro Mazzara

Riccardo Monguzzi è stato per sei anni al settore giovanile del Milan e sotto la sua guida sono passati diversi giocatori che, oggi, giocano in Serie A o che fanno comunque i professionisti tra Serie B e Serie C. Tra questi c’è stato anche Matteo Gabbia, che l’attuale allenatore della Beretti del Monza ha avuto negli Allievi Under 17, ovvero gli ex Allievi Nazionali. Ed è un misto di emozioni e ricordi: “Per i vari Donnarumma, Locatelli, Cutrone e Gabbia, oltre a tanti altri, in primis vanno ringraziati Mauro Bianchessi e Filippo Galli, con il primo che ha saputo vedere in loro il talento da Milan mentre il secondo gli ha dato una formazione tecnica e personale importante attraverso il lavoro degli allenatori e dell’area tecnico-metodologica che avevamo al Vismara”.

Di quel gruppo dei ’99, Gabbia era un po’ l’elemento di spicco visto che Gigio Donnarumma era già proiettato verso la prima squadra?
“Sì. Quel gruppo dei ’99 aveva in Matteo ed Emanuele Torrasi i due elementi più in vista, anche perché si faceva spesso il paragone con l’annata dei ’98 che veniva considerata da tutti gli addetti ai lavori come quella più prolifica. Loro due furono aggregati al gruppo dei ’98 perché avevano qualcosa in più”.

E’ con lei che nasce l’idea di portare Gabbia da mezzala a difensore centrale. Ci racconta come è andata?
“Precisamente. Insieme alla società scegliemmo di impostarlo in quel ruolo. Abbiamo parlato tanto, arrivando quasi allo scontro, perché pensavamo che avesse le doti per fare il centrale d’impostazione, che per il nostro modo di giocare era fondamentale. Gli dissi che aveva capacità tecniche, caratteriali, fisiche e tecniche per farlo. Lui faceva la mezzala anche nelle nazionali giovanili e, in quella fase d’età, credeva che quel ruolo fosse più consono a lui. Piano piano, gli abbiamo fatto capire che poteva eccellere nel ruolo di difensore centrale”.

Quando ha fatto l’esordio nel nuovo ruolo?
“Ho rivisto il filmato nei giorni scorsi: Atalanta-Milan 1-4, Allievi Nazionali Under 17 in coppia con iudica, con Hadziosmanovic e Llamas laterali. E dall’altra parte c’erano Bastoni, Capone, Latte Lath che giocavano con i loro ’98, mentre noi portammo Matteo, da ’99, titolare sotto età in una partita che, per la società, contava molto”.

Possiamo dire che è un giocatore che si è costruito con il lavoro?
“Assolutamente sì. Alcuni giocatori hanno un dono che gli viene dato da madre natura. Altri, invece, devono lavorare di più degli altri per arrivare. Matteo si è sudato tutto quello che ha ottenuto grazie alla sua forza caratteriale”.

Oltre a Gabbia e Donnarumma, in Serie A ci sono anche Locatelli e Cutrone che hanno lasciato il Milan. Come vede la loro crescita?
“Locatelli ha avuto una grande opportunità con De Zerbi, perché ha proseguito il percorso che aveva impostato nel settore giovanile e ha trovato in Roberto l’allenatore giusto per farlo maturare ulteriormente, oltre a quelli che ha avuto prima. Questa sua maturazione, avvenuta fuori dal Milan, conferma le qualità innate di Manuel. E anche Cutrone, che aveva fatto bene in prima squadra, adesso può essere un giocatore importante per la Fiorentina e penso che l’esperienza in Inghilterra gli sia servita per crescere ulteriormente”.