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Siemiątkowski: "Milik perfetto per il Milan ma non è un leader. Piatek? Troppo criticato"

ESCLUSIVA MN - Siemiątkowski: "Milik perfetto per il Milan ma non è un leader. Piatek? Troppo criticato"MilanNews.it
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
lunedì 6 aprile 2020, 20:00ESCLUSIVE MN
di Matteo Calcagni

Maciej Siemiątkowski, giornalista polacco di Sportowe Fakty, è stato intervistato in esclusiva da MilanNews.it per parlare di Arkadiusz Milik, attaccante del Napoli recentemente accostato al Milan. E' stata l'occasione anche per tornare su quanto accaduto a Piatek negli scorsi mesi, prima della cessione all'Hertha Berlino.

La stampa italiana insiste sul possibile trasferimento di Milik al Milan, è una mossa possibile?

"E' possibile, si è parlato di un costo di circa 40 milioni per Milik. Il Milan lo scorso anno ha speso gli stessi soldi per Piatek e Paquetà. Tuttavia i rossoneri potrebbero non essere attraenti per lui, sono ad un livello inferiore rispetto al Napoli e non giocano la Champions League".

Può essere il centravanti giusto per i rossoneri?

"Milik potrebbe essere l'attaccante perfetto per il Milan, ha fame di obiettivi e tecnicamente è superiore a Piatek. Non è un caso che i club spagnoli siano spesso interessati a lui. Ma c'è un problema: Milik, come Piatek, non è un leader".

Passando a Piatek, cosa non ha funzionato?

"Piatek è un attaccante classico. Ha bisogno di essere ben servito, non è in grado di crearsi situazioni da solo come Lewandowski e Milik. E' un grande attaccante ma ha bisogno di tempo. Lui è incredibilmente ambizioso e credo che il meglio debba ancora venire. Penso che nella sua vita tutto sia andato troppo velocemente. In sei mesi è diventato una stella in Serie A ed è passato in un grande club come il Milan. Ha avuto tutti gli occhi addosso ed è stato troppo criticato, poi è arrivato Ibrahimovic e Piatek è stato penalizzato ingiustamente".

Piatek non è stato l'unico a fallire negli ultimi anni, qual è il motivo?

"E' difficile da dire. Il Milan è una squadra molto specifica. Ci sono grandi aspettative, non sempre a ragione. I dirigenti cambiano dopo pochi mesi, non esiste una filosofia permanente. Credo che la prossima stagione arriverà Rangnick e porterà il Milan in Champions".