E' IL MILAN DI PATO E KAKA'

E' IL MILAN DI PATO E KAKA'MilanNews.it
giovedì 5 febbraio 2009, 12:36Vista dalla Curva
di Davide Bin

L'amichevole che il Milan ha disputato a Glasgow contro i Rangers, pareggiando 2-2, è servita, non solo a mettere minuti di gioco nelle gambe di Thiago Silva e a far indossare per la prima volta la maglia rossonera a Mattioni, ma anche a confermare la tendenza di questo inizio di 2009 e, forse, del futuro del Milan: ormai i veri trascinatori di questa squadra sono indubbiamente Pato e Kakà e non solo perchè il loro nome compare nel tabellino dei marcatori, come del resto è avvenuto domenica scorsa a Roma e sicuramente avverrà spesso anche da qui in avanti; dopo un primo tempo scialbo, il loro ingresso nella ripresa ha vivacizzato la partita e la prestazione di tutto il Milan e confermato che Ancelotti non sbaglia dando fiducia a loro (e anche al tanto vituperato Seedorf, anch'egli entrato nella ripresa a Glasgow) e confinando in panchina i crepuscolari Shevchenko e Ronaldinho, sconfessando di fatto quella che in estate era stata definita una sontuosa campagna acquisti. Inizialmente il tecnico ha volutamente schierato un Milan con pochissimi titolari, ovvero Pirlo (squalificato per la partita contro la Reggina) e Beckham, lasciando spazio a chi solitamente gioca meno; in fondo queste sono amichevoli organizzate nelle date rimaste libere dopo l'eliminazione in Coppa Italia e Ancelotti schiera formazioni solitamente proposte in quella competizione, anche se poi inserisce comunque i migliori per rispetto del pubblico (anche in quest'occasione più di 40000 spettatori) e dei contratti stipulati con chi organizza le partite. Ecco allora riproposto in attacco, nel primo tempo, il Milan del passato, ovvero la coppia Shevchenko-Inzaghi, che si era ben comportata ad Hannover mentre in questo caso ha sostanzialmente deluso: Pippo è stato l'obiettivo preferito dei lanci e dei cross di Beckham ma non è mai riuscito a sfruttarne uno, per merito dei difensori o per demerito proprio (stop sbagliati, mancanza di lucidità, innata tendenza a farsi pescare in fuorigioco) e posso immaginare il disappunto dell'inglese nel vedere sprecati tutti i suoi sforzi; ma, almeno, Inzaghi ci ha messo voglia, motivazione e grinta come fa in modo ammirevole in ogni occasione, mentre Shevchenko è sembrato, oltre che completamente inoffensivo, anche spento e poco motivato; forse ha capito definitivamente che il suo ritorno a Milano non è tutto rose e fiori come pensava, che Ancelotti non era entusiasta (al di là delle dichiarazioni di facciata) di riaverlo in squadra e glielo sta facendo capire a suo modo, senza fare dichiarazioni e polemiche ma, di fatto, relegandolo a ultima punta del gruppo; sta di fatto che la sua prestazione non è stata certo di quelle che possono convincere un allenatore a cambiare idea, anzi c'è qualche preoccupazione al pensiero che quella vista in campo nel primo tempo a Galsgow potrebbe essere la coppia d'attacco nella doppia partita contro il Werder Brema in Coppa UEFA, competizione in cui Pippo e Sheva hanno sempre trovato spazio nella fase autunnale. Discorso simile è quello relativo a Ronaldinho, che ha sicuramente giocato meglio che ad Hannover ma è ancora lontano, non solo dalla forma migliore, ma anche da quella di inizio stagione, quando non era certo dinamico e scattante, ma trascinava comunque la squadra con le sue giocate; due assist per Inzaghi e un palo colpito con una splendida punizione: la prestazione di Dinho è tutta qui, ma ciò che sconforta è la sua lentezza, la sua scarsa voglia di rincorrere l'avversario quando perde palla e, quindi, la sua mancanza di motivazioni per convincere l'allenatore, che lo sta relegando da quattro partite di campionato in panchina, a cambiare idea e puntare nuovamente su di lui. In questi giorni molti tifosi hanno fatto capire che vorrebbero rivedere Ronaldinho titolare e anche la società ha provato timidamente a fare un po' di pressione ad Ancelotti, ma i fatti dimostrano che ha ragione il mister, che ha trovato un assetto tattico equilibrato ed efficace e giustamente non vuole modificarlo se non in caso di necessità.

Non è un caso che nella ripresa si è visto tutto un altro Milan: con Kakà, Pato e Seedorf si sono ammirate geometrie, velocità, spettacolo e gol: volata di Ricky sulla sinistra e assist per Pato (in verità con un paio di comici rimpalli sui difensori avversari) che il Papero ha sfruttato segnando il gol del momentaneo pareggio; poi una devastante percussione di Kakà conclusa con un bel tiro potente e angolato che non ha lasciato scampo al portiere avversario; il tutto sotto gli occhi malinconici e intristiti di Pippo e Sheva, perchè una volta erano loro a realizzare simili prodezze e ora devono inchinarsi al tempo che passa e alla gioventù che avanza. Per quanto riguarda gli osservati speciali brasiliani, ovvero Thiago Silva e Mattioni, il primo ha confermato quanto di buono si dice sul suo conto e ha disputato un'ottima partita, macchiata solo dall'errore in occasione del primo gol subito; il secondo ha dimostrato di essere ancora "acerbo" e di aver bisogno di crescere e ambientarsi ma potenzialmente è un buon giocatore e la giovanissima età gioca a suo favore. Buona anche la prestazione di Flamini, un altro osservato speciale in un reparto come quello di centrocampo in cui non ci sono moltissime alternative, ma è doveroso chiudere con qualche "pensierino" su Beckham: l'inglese ha giocato il primo tempo e ha mostrato le solite grandi doti, sfoderando lanci millimetrici, cross, passaggi precisi, presidiando la fascia destra con ordine e intelligenza tattica e dimostrandosi ancora una volta uno dei punti fermi della squadra. Avrei voluto aggiungere anche il suo nome nel titolo, perchè indubbiamente questo non è solo il Milan di Pato e Kakà, ma anche di Beckham, con una sola e non indifferente differenza: i due brasiliani sono a tutti gli effetti giocatori rossoneri, l'inglese al momento è solo un "prestito" destinato a scadere fra un mesetto abbondante; tutti vorremmo che la sua avventura al Milan proseguisse anche dopo l'8 marzo ma al momento l'unica certezza è che lui è un giocatore dei Galaxy e il problema non è facile da risolvere; bisogna agire con molta diplomazia e accortezza, senza nessuna garanzia di successo, quindi è pericoloso sbilanciarsi dicendo che questo è anche il Milan di Beckham; lo dicono i fatti, perchè da quando c'è lui la squadra si è trasformata ma proprio per questo mi preoccupa il fatto che fra un mese la magia potrebbe svanire, come avvenuto a Cenerentola allo scoccare della mezzanotte e di Beckham potrebbe restare solo una magica scarpetta destra che sfornava cross e assist deliziosi; per questo preferisco affidarmi alle certezze e dire che questo è il Milan di Pato e Kakà, due meravigliosi campioni capaci di stupire in qualunque occasione, anche in una semplice amichevole, perchè sono in stato di grazia da qualche settimana e rappresentano il presente e il futuro di una squadra che non può più permettersi di vivere solo di passato, glorioso e indimenticabile ma pur sempre passato!