Il sogno si trasforma in incubo

Il sogno si trasforma in incuboMilanNews.it
© foto di Filippo Gabutti
mercoledì 17 febbraio 2010, 00:14Vista dalla Curva
di Davide Bin
Il Milan va subito in vantaggio e domina il Manchester, ma poi si fa raggiungere e superare, rischia il crollo e limita i danni con il gol del 2-3, ma ora si fa dura...

C'è tutta la stranezza e il fascino perverso del calcio nella supersfida tra Milan e Manchester che abbiamo vissuto a San Siro: difficile accettare il fatto che il Milan ammirato nel primo tempo abbia potuto perdere la partita e ora abbia un piede e mezzo fuori dalla Champions; in alcuni frangenti, soprattutto in avvio di match, abbiamo davvero sperato e sognato di poter rivivere la partita perfetta di tre anni fa e senza i tanti errori di mira davanti a Van der Sar, probabilmente sarebbe accaduto; poi il pareggio un po' fortunoso del Manchester ha cambiato tutto e nella ripresa il Milan è crollato sotto i colpi di Rooney, ma ha avuto la forza di rialzarsi e di addolcire la sconfitta, lasciando uno spiraglio aperto per una miracolosa qualificazione, da conquistare vincendo con due gol di scarto all'Old Trafford, cioè compiendo un'impresa miracolosa. Viene spontaneo pensare che ad attaccanti invertiti forse sarebbe finita in goleada per il Milan, ma non è giusto gettare la croce addosso ad Huntelaar, perchè anche i suoi compagni hanno commesso molti errori sotto porta e, soprattutto, in difesa, spalancando la via della rete a Rooney. Il gol in avvio di Ronaldinho aveva esaltato San Siro e fatto sognare il popolo rossonero, poi il sogno è diventato un incubo e siamo ancora qui a chiederci come sia possibile che sia successo: il Milan ha giocato un primo tempo bellissimo, con grande cuore e mettendo sotto il Manchester che ci ha capito poco o nulla, forse sorpreso dal Milan che non ti aspetti; i rossoneri, però, non sono più la squadra di qualche anno fa, hanno ancora qualità tecniche e voglia di vincere e stupire l'Europa, ma hanno anche lacune che non sempre possono essere colmate con l'impegno, seppur ammirevole. Il Milan di questa stagione assomiglia ad un saltatore in alto che arriva a certe altezze, ma quando l'asticella si alza troppo non riesce a superarla e viene eliminato dalla gara, pur mettendocela tutta: i rossoneri sono competitivi con molte squadre in Italia e in Europa, ma quando l'asticella della difficoltà si alza (vedi i due derby o la sfida di questa sera) i problemi sono insormontabili e puntualmente arriva la sconfitta. Il popolo rossonero ha capito che questa squadra più di così non può fare e a fine partita ha applaudito comunque per l'impegno che non è mai mancato; forse sarebbe il caso che anche chi di dovere capisse che questa squadra non è più competitiva ad altissimi livelli e provvedesse a farla tornare tale.

CAPIRE TU NON PUOI, TU CHIAMALE SE VUOI...EMOZIONI recita il lungo striscione esposto nella balaustra della curva Nord da Alternativa Rossonera; 110 ANNI DI STORIA...COMBATTI PER LA GLORIA, risponde lo striscione esposto in Curva Sud; due coreografie, completate con le solite plastiche colorate che riproducono la bandiera di Milano e l'anno di fondazione della squadra rossonera, che riassumono il pensiero e i sentimenti dei tifosi rossoneri che gremiscono San Siro: in effetti è una serata di grandi emozioni, che chi non ama questo sport può faticare a capire, ma che per chi è presente allo stadio sono bellissime da vivere e provare e che ti fanno esclamare "Io c'ero!", ma c'è anche tanta voglia di vedere una squadra di 11 leoni, pronta a lottare con coraggio e determinazione per sovvertire un pronostico sfavorevole e stupire ancora una volta l'Europa calcistica. Gran tifo che, come al solito, coinvolge tutto lo stadio e Ronaldinho apprezza e si gode la magica atmosfera di San Siro, saltellando mentre la curva inneggia a lui durante il riscaldamento, invitando con ampi gesti i tifosi a cantare ancor più forte e uscendo per ultimo dal campo, attardandosi a calciare in porta quasi a voler ricevere un surplus di carica dal suo pubblico, perchè in queste serate i tifosi creano spettacolo nello spettacolo. Come sempre il momento della "musichetta" della Champions, quella che solitamente trasforma i giocatori rossoneri in gladiatori, fa venire la pelle d'oca e la tensione raggiunge l'apice, ma è bellissimo godersi le coreografie con il cuore in gola e cantare a più non posso per incitare i ragazzi e sostenerli in una partita fondamentale.

Leonardo rinforza la difesa con Bonera a destra al posto di Abate, ma per il resto la formazione è quella annunciata, con Huntelaar al posto dell'infortunato Borriello e l'esclusione di Seedorf a favore del grande ex Beckham. Thiago Silva ha recuperato e fa coppia con Nesta, Pato è pronto e gioca la sua prima partita dal primo minuto del 2010 proprio nell'occasione più importante. La squadra ha preparato con attenzione la sfida e l'inizio lo conferma: due minuti ed è già gol, con un tiro al volo di Ronaldinho che una leggera deviazione rende imparabile; delirio a San Siro e sembra l'inizio di una partita memorabile, perchè il Milan continua ad attaccare, il Manchester è sorpreso, sbaglia molto in fase di costruzione del gioco e pare sul punto di crollare sotto i colpi dei rossoneri, che sembrano davvero diavoli indemoniati come ai bei tempi in cui il Manchester veniva demolito senza pietà. Ronaldinho, Antonini e un paio di volte Huntelaar hanno sui piedi il pallone del raddoppio, ma l'urlo del gol rimane strozzato in gola e i più "esperti" in vicende calcistiche cominciano a temere ciò che accadrà di lì a poco. Trentacinque minuti di grande Milan, infatti, non bastano a mettere al tappeto il Manchester e proprio quando ti stai illudendo di aver riavvolto il nastro della memoria e di essere magicamente tornato a quel 2 maggio 2007, ecco il brusco risveglio: Scholes svirgola il pallone con il destro lo manda a colpire la tibia sinistra e la traiettoria maligna sorprende il poco reattivo Dida, sbatte sul palo ed entra in rete; è il primo gol della storia del Manchester in casa del Milan, un gol fortunoso (per come è stato segnato e perchè in quel momento il Milan era in dieci per l'infortunio di Antonini che aveva lasciato sguarnita proprio la fascia dalla quale è scaturita l'azione del gol) che cambia gli equilibri della sfida, perchè i rossoneri sembrano colpiti nel morale, come lo sono i tifosi sugli spalti. Si sa che quando non si chiudono le partite si rischia la beffa e a gol sbagliato corrisponde quasi sempre gol subito, per una legge del calcio non scritta ma spesso rispettata in modo implacabile; poco prima Huntelaar aveva sfiorato il palo da buona posizione, puntualmente poco dopo è arrivata la tremenda punizione per un Milan bello ma sfortunato, in cui entra Favalli al posto di Antonini e che non si perde d'animo, provando a riportarsi avanti prima della fine del tempo con un tiro del solito ispirato Ronaldinho.



I rossoneri cominciano bene anche la ripresa e sfiorano il gol con un colpo di testa di Pato (fuori) e una velenosa punizione di Pirlo, ma i gol sbagliati cominciano ad essere davvero troppi e, inoltre, il Manchester è in crescita rispetto ad un primo tempo in cui ha deluso. Ferguson, da vecchio volpone del calcio europeo, azzecca la sostituzione, mandando in campo Valencia al posto di Nani; passano tre minuti e il ragazzino salta in scioltezza Favalli e crossa per Rooney che, appostato sul secondo palo, insacca con una palombella di testa. Difesa rossonera immobile, Dida ancora una volta sorpreso dalla traiettoria e Milan clamorosamente sotto in una partita fino a quel punto praticamente dominata. Ma l'incubo non è ancora finito e Leonardo contribuisce ad aumentare i problemi, inserendo Seedorf al posto di Beckham, sbilanciando la squadra e indebolendo il centrocampo, in cui Ambrosini e Pirlo hanno speso molto, sono stanchi e rimangono soli a fronteggiare le avanzate avversarie e proteggere la difesa. Il Manchester prima sfiora il terzo gol, poi lo realizza con un altro colpo di testa di Rooney, liberissimo in mezzo all'area e lasciato colpevolmente solo da una difesa stordita e imbambolata. Leonardo gioca anche l'ultima carta, quella della disperazione, inserendo Inzaghi al posto di Huntelaar, ma il Milan sembra ormai spento, stanco e rassegnato alla sconfitta. Ma proprio quando i rossoneri sembrano in balia degli inglesi, arriva il gol della speranza: ancora una volta è Ronaldinho ad ispirare l'azione con una magia sulla sinistra e passaggio filtrante in area che Seedorf trasforma in gol con un colpo di tacco. Il pubblico riprende coraggio, i più delusi che stavano già uscendo tornano indietro e San Siro ridiventa una bolgia come in avvio di partita; il Milan trova chissà dove le energie residue dopo tanti sforzi e carica a testa bassa, Inzaghi ha la palla buona (ancora servita da Ronaldinho) ma calcia alto, facendo disperare quei tifosi che tante volte ha fatto delirare in passato in occasioni come queste. Il Milan sfiora ancora il pareggio con Thiago Silva e Ambrosini, il Manchester si innervosisce, trema, teme di farsi sfuggire una vittoria che sembrava già acquisita e ne fa le spese Carrick, espulso per somma di ammonizioni. Purtroppo, però, non c'è più tempo per sfruttare la superiorità numerica e il triplice fischio dell'arbitro sancisce la sconfitta, bruciante soprattutto per il modo in cui si è materializzata. La curva, comunque, canta SIAMO SEMPRE CON VOI...NON VI LASCEREMO MAI e tutti applaudono i giocatori ai quali non si può rimproverare nulla dal punto di vista dell'impegno e che contraccambiano l'applauso per ringraziare del grande sostegno ricevuto in questa serata sfortunata.

Gli 80000 di San Siro lasciano lo stadio increduli, chiedendosi come sia possibile che il Milan abbia perso questa partita, interpretata per molti tratti in modo perfetto. Ancor più beffarda è la constatazione che gli inglesi che tante volte avevano accusato le squadre italiane di essere difensiviste e catenacciare, hanno ottenuto la prima vittoria a San Siro nella storia del Manchester proprio giocando all'italiana, ovvero difendendosi e stringendo i denti quando il Milan dominava e sfruttando in modo cinico e spietato tutte le occasioni avute. Ora il cammino verso i quarti di finale si fa duro per il Milan; servirà l'impresa all'Old Trafford, ma quello è il "Teatro dei sogni" e allora sognare non costa nulla, a patto che non capiti ancora che il sogno si trasformi in incubo, come avvenuto questa volta. CAPIRE TU NON PUOI, recitava lo striscione in curva nord e, purtroppo, è stato "profetico", perchè è davvero difficile capire e spiegare cosa sia successo in una serata stregata, se non dicendo che il calcio è strano e diabolico e alla fine è proprio questo che fa soffrire, anche se per gli ottimisti ad oltranza lascia uno spiraglio di speranza, perchè potrebbe bastare ripetere l'ottima prestazione ed essere meno sfortunati per ribaltare tutto, compiere l'impresa e ritrasformare l'incubo in sogno; crediamoci ancora, in fondo a volte i sogni si avverano e il Milan visto in quest'occasione se lo meriterebbe proprio!