L'INTRIGO KAKA'

L'INTRIGO KAKA'MilanNews.it
© foto di Giacomo Morini
venerdì 5 giugno 2009, 14:28Vista dalla Curva
di Davide Bin

Ormai è fatta, l'affare sembra chiuso: lo dicono tutti meno i diretti interessati e questo è perlomeno bizzarro, anche se logico per vari motivi, ma i tifosi del Milan pretendono e meritano chiarezza, perchè, come al solito, saranno loro quelli che ci rimetteranno di più: comunque vada il giocatore passerà ad un'altra grande squadra del panorama calcistico mondiale e proseguirà la sua carriera alla caccia di trofei di squadra e personali (e magari tra qualche giorno mostrerà da una finestra un'altra maglia battendosi la mano sul petto...); comunque vada il Milan ripianerà il buco nel bilancio e cercherà di allestire una squadra competitiva da consegnare nelle mani del nuovo allenatore Leonardo; i tifosi del Milan, invece, soffriranno e non poco, perchè Kakà era il simbolo di questo Milan, il giocatore più rappresentativo anche e soprattutto dopo il ritiro di Maldini e vedono questa vicenda piena di punti oscuri e di bugie come un vero tradimento al loro amore verso i colori rossoneri. Proviamo a fare chiarezza, ma ammetto subito che non sarà facile, perchè l'unica certezza è che c'è qualcuno che non la racconta giusta, non l'ha fatto nemmeno a gennaio e bisogna stabilire chi è. Il giocatore, ora come allora, giura e spergiura che vuole restare, non ha intenzione di muoversi e si sfoga in lacrime con i compagni di nazionale, ma si trova in Brasile, lontano dal luogo del "misfatto" che si sta compiendo e sono arrivate anche voci contraddittorie, secondo le quali avrebbe anche dichiarato di essere contento di andare al Real Madrid; basterebbe dire chiaramente a tutti "Io resto al Milan e non firmerò alcun contratto con altre squadre!" per chiudere immediatamante la questione, ma frasi del genere tardano ad essere pronunciate, forse non verranno mai dette e ciò potrebbe essere inteso anche come un implicito gradimento alla nuova destinazione, tentando nel contempo di scaricare completamente sulla società la "colpa" della dolorosa cessione. Ho voluto precisare subito questa prima contraddizione, perchè apparentemente sembra che il giocatore sia la "vittima sacrificale" e i dirigenti siano i "carnefici" che lo stanno sacrificando sull'altare del risanamento del bilancio, cosa sicuramente vera ma non nei termini in cui viene presentata, perchè comunque il giocatore va in una grande società e con ambizioni in questo momento superiori a quelle del Milan, quindi ci guadagna dal punto di vista economico e non solo, mentre a gennaio sarebbe finito in un squadra molto più modesta, ma sia lui che il Milan ci avrebbero guadagnato di più (a meno che le cifre fatte circolare effettivamente fossero "gonfiate" ad arte e questo è uno dei grandi misteri dell'intrigo...) e allora viene da chiedersi perchè non sia stato concluso l'affare allora, se l'interesse a venderlo è unicamente della società. Forse quella destinazione non andava bene a Kakà, mentre questa sì, ma allora dov'è questo eterno amore nei confronti del Milan e dei suoi tifosi?

Per quanto riguarda la società, ormai non è più un mistero, per esplicite parole dello stesso Galliani, che si tratti di una cessione dolorosa ma doverosa per questioni di bilancio; oltretutto un discorso del genere sposta la "patata bollente" nelle mani del presidente Berlusconi, perchè la questione è più o meno questa: il passivo nel bilancio c'è, quindi o lo ripiana, come sempre, il proprietario e azionista di maggioranza, oppure bisogna provvedere con una cessione di un pezzo pregiato. Forse non è un caso nemmeno la tempistica dell'operazione, ovvero a ridosso delle elezioni europee, momento assolutamante poco opportuno per chi è impegnato nella campagna elettorale e avrebbe un ritorno d'immagine molto negativo dalla cessione di Kakà; certo resta in piedi anche l'ipotesi diametralmente opposta, ovvero che a livello politico la questione Kakà sia addirittura favorevole, ovvero per mostrare alla stragrande maggioranza degli elettori, ovvero tutti i non milanisti, che il Presidente del Consiglio ha la testa sulle spalle ed è costretto a decisioni sofferte e dolorose per il bene della società e non può impedire al giocatore di andare a guadagnare di più, cosa che lui non può garantirgli in tempi di crisi che sta mettendo in difficoltà gran parte della popolazione italiana. Quest'ultima ipotesi acquista valore nel caso in cui nelle prossime ore, ovvero prima dell'apertura dei seggi, non arrivi un'altro "colpo di scena" come quello di gennaio, ovvero una pomposa dichiarazione in diretta TV del presidente Berlusconi che dichiara che Kakà non si vende per una questione di cuore, perchè il Milan è come una famiglia, perchè il denaro non è tutto ecc.ecc. Parole alle quali ormai non crede più nessuno, così come ormai anche i più irriducibili ottimisti stanno smettendo di sperare che anche questa volta ci sarà il lieto fine: Kakà andrà al Real, ma per limitare il danno elettorale tutto viene rinviato a lunedì, patetico tentativo di arginare l'emorragia di voti da parte dei tifosi rossoneri. Una brutta figura da qualunque parte la si veda, anche perchè Berlusconi avrebbe voluto mascherare la necessità di rinviare tutto a lunedì con la scusa che voleva incontrare il giocatore e non poteva certo farlo negli ultimi intensissimi giorni di campagna elettorale, ma non ricordava, o forse proprio non sapeva (visto quanto si interessa del suo Milan...), che Kakà è in Brasile, quindi è necessario parlarsi per telefono; a questo punto chiunque abbia un minimo di raziocinio si chiede: beh, il tempo per una telefonata si poteva trovare anche prima di lunedì, visto che si tratta di una questione comunque importante e da risolvere al più presto, quindi è fortissimo il sospetto che si voglia rinviare una notizia bruttissima per tutti i tifosi rossoneri al momento in cui i seggi saranno chiusi e i danni elettorali saranno limitati. Come vedete ci sono tante piccole e grandi bugie in questa situazione, a cominciare da ciò che è successo a gennaio: prende sempre più corpo l'ipotesi fatta a quel tempo da qualcuno che si fosse trattata di una gigantesca opeazione pubblicitaria per il Milan, "costretto" a rinunciare a una valanga di milioni (anche la cifra sarebbe stata "gonfiata" ad arte) per questioni di cuore, con tanto di proclama pubblico del "salvatore della patria rossonera", ovvero il proprietario Silvio Berlusconi. Come in una lunga partita di poker, però, il Milan ha bluffato allora, ma ora il suo bluff è stato "visto" e smascherato dal Real e ora la gente si chiede perplessa: perchè hanno rinunciato sei mesi fa ad una cifra molto superiore, per venderlo sei mesi dopo guadagnandoci molto meno? Perchè lo stesso giocatore ha rinunciato ad un ingaggio molto più elevato per andare ora a prendere poco più di quello che prende al Milan? Forse perchè quell'offerta non c'è mai stata, almeno alle cifre sbandierate dal Milan e mai dal Manchester City, o forse pechè il Real è meglio del Manchester City per un giocatore, quindi Kakà ha fatto fare bella figura al Milan in quell'occasione con la tacita promessa che poi ad un'eventuale richiesta del Real la sua cessione non sarebbe stata bloccata (è una mia ipotesi, quindi prendetela per quello che è, ma potrebbe non essere molto lontana dalla realtà).

Insomma certezze ce ne sono poche, se non quella che ormai Kakà è un ex giocatore del Milan; ora comincerà il balletto delle responsabilità, con il giocatore in lacrime che dice che è il Milan a volerlo vendere e la società che ribatte che non si può impedire ad un giocatore come Kakà di andar a prendere di più e stare meglio (come avvenuto con Shevchenko, parole di Berlusconi); in tutto questo rincorrersi di voci, sembrano esserci molte bugie, soprattutto da parte della società, molto ingolosita dalla prospettiva di risanare il bilancio con una sola cessione "dolorosa", ma sarà difficile sapere la verità; l'unica cosa certa è la grande sofferenza dei tifosi rossoneri e non solo per la perdita del giocatore in sè, ma più che altro per la conferma della sgradevole sensazione che per il Milan "la squadra più titolata del mondo" è solo una scritta da mettere sulla maglia e non una spinta e un "obbligo morale" a dimostrarlo anche quando c'è da costruire una squadra forte che possa competere con le altre big del calcio europeo; una grande squadra non vende il suo giocatore migliore, anzi si rinforza con acquisti importanti dopo una stagione da "sero tituli", mentre al Milan ora si vende Kakà e si punta su giocatori senza nome come una provinciale qualsiasi. I tempi del grande Milan sono finiti e questa è la conseguenza peggiore della cessione di Kakà, anche se il malumore deriva più che altro da tutti questi misteri, da tutte queste bugie che si tenta di mascherare in modo patetico, dalla sgradevole sensazione di essere stati presi in giro da gennaio ad oggi e questo il tifoso rossonero non se lo merita!