Troppe cose non hanno funzionato, ecco una possibile spiegazione
Nello sport e nella vita bisogna saper perdere. L’applauso finale dei tifosi rossoneri alla squadra è stata una dimostrazione di grande sportività. Altrettando doveroso rendere onore e merito ai neo campioni d’Italia che giustamente festeggiano la conquista dello scudetto con elogi incondizionati segnatamente a Pirlo ( perché il Milan lo ha regalato ad una diretta concorrente?), Marchisio, Vidal e Conte.
Il derby sarà stato anche un match avvincente e spettacolare ma quando si perde per 4 a2 e vengono evidenziati i limiti della propria squadra non si può essere contenti. La sconfitta brucia più della vittoria in campionato dei bianconeri. Se il reparto arretrato commette un gran numero di errori non si va da nessuna parte. La Juve vince anche e soprattutto per la solidità della propria difesa (19 gol subiti). Se poi gli attaccanti del Milan sprecano diverse opportunità non rimane che arrendersi davanti all’evidenza dei fatti. Va anche detto che neppure le decisioni arbitrali favorevoli (il discutibile rigore concesso al Milan e la conclusione area di Cambiasso respinta da Abbiati sulla linea di porta o poco oltre) sono serviti per venire a capo di una partita che l’Inter ha vinto comunque con un largo punteggio.
Non è servito neppure poter contare su un bomber del calibro di Zlatan Ibrahimovic, 28 gol in 31 partite di campionato e 35 stagionali. Il Milan è un gigante che segna più gol di tutti (72) dai piedi d’argilla ( la difesa 32 gol subiti è troppo vulnerabile). Le avversarie sono consapevoli che basta aumentare i ritmi e aspettare che i rossoneri si sbilancino per prenderli d’infilata.
Non si può puntare esclusivamente sul lancio lungo per Ibra e sperare che lo svedese possa da solo risolvere tutti i problemi del Milan. L’allenatore avrebbe dovuto trovare da tempo soluzioni tattiche diverse.
Con l’Inter, dopo un primo tempo deludente durante il quale la squadra rossonera ha sofferto la maggior aggressività e la velocità dei nerazzurri, nella ripresa si è visto un Milan più accettabile e dignitoso che ha cercato di imporre il proprio gioco. Così facendo però ha denunciato le endemiche carenze di giocatori che negli spazi si perdono e concedono troppo licenze agli sprinter avversari. Errori individuali pagati a caro prezzo.
Il Milan ha avuto un possesso palla superiore (57% contro 43%) ma l’Inter ha concretizzato meglio i 10 tiri nello specchio realizzando 4 reti. Ibra sullo 0 a 0, poco prima del gol d’apertura di Milito, ha gettato al vento da due passi una ghiottissima occasione e Muntari, al 10’ del secondo tempo, ha sbagliato a porta completamente sguarnita il gol del possibile 3 a1 con Julio Cesare fuori causa, e poi Yepes di testa e Robinho hanno replicato gli errori di mira.
Un resa che acuisce i malumori. Se il Milan nei doppi confronti diretti ha portato a casa 1 punto con La Juventus, 1 con la Lazio 1 col Napoli, 1 con la Fiorentina, 2 col Bologna, e 0 con l’Inter vuol dire che al di là delle assenze per infortuni qualcosa nel gioco non ha funzionato a dovere.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale e responsabile: Antonio Vitiello
© 2024 milannews.it - Tutti i diritti riservati