ESCLUSIVA MN - Eleonora Benfatto: "Vola, Marco Van Basten vola…"

ESCLUSIVA MN - Eleonora Benfatto: "Vola, Marco Van Basten vola…"MilanNews.it
© foto di Giacomo Morini
mercoledì 20 ottobre 2010, 17:30Esclusive MN
di Claudio Sottile
Eleonora Benfatto, veneta, è stata la vincitrice della fascia di Miss Italia nel 1989. Oggi è attrice e conduttrice televisiva, dopo una decennale carriera come modella.

1989: l’Inter vince il suo scudetto numero tredici, l’ultimo pre classifiche da tabulati telefonici, ed Eleonora Benfatto diventa la nuova Miss Italia.

Ventuno anni dopo la ritroviamo maturata donna di spettacolo, mamma, moglie e tifosa da balaustra.

Nell’ESCLUSIVA di MILANNEWS sveste l’abito da sera e indossa la maglia rossonera.

Iniziando ad augurare la fine del regno interista: per una persona nata il 20 maggio, giorno della fatal Verona, quasi un atto dovuto.
Benfatto.

Eleonora, dove nasce il tuo amore per il Milan?
“La storia è lunghissima. Se leggete la rassegna stampa dopo la mia elezione da Miss, risulto tifosa interista, aiuto aiuto aiuto (ride).
Accanto a me, nella prima intervista appena eletta, c’era mio padre, che è un grande tifoso interista, e quando mi chiesero se fossi tifosa, rispose lui per me.

Invece poi quando sono cresciuta, e ho preso una consapevolezza calcistica, sono diventata milanista, andavo allo stadio, poi la mia migliore amica è rossonera, anche un po’ influenzata da lei e dal suo tifo mi sono legata a questi colori.

Diventare tifosa del Milan nei primi anni ‘90 non era poi così difficile, vincevamo tutto, con una squadra fantastica, con i tre olandesi che giocavano un gran calcio. Sapevo tutti i cori a memoria, vola Marco Van Basten vola (canta e ride di gusto).

Sono un po’ nostalgica, era un gran bel periodo”.

Vai ancora allo stadio?
“Ultimamente no, andavo ma ora non più, quando abitavo a Milano peraltro vicino a San Siro, era fare due passi. Abitando a Roma posso vedere il Milan quando viene per la Lazio e per la Roma, due volte l’anno”.

Un tuo ricordo rossonero?
“Sono stata alla finale di Champions nel 2003 a Manchester, andando dopo alla mega festa, vedendo da vicino la Coppa. Non mi piacque la città ma il ricordo è comunque di alta qualità per la vittoria. Fu una bellissima trasferta con una bellissima Coppa dei Campioni”.

Sarà retorico, ma l’accostamento donna – calcio suscita una domanda spontanea: ci spieghi la regola del fuorigioco?
“Attivo o passivo?”

A questo punto entrambi!
“Nel momento in cui c’è un attacco, e ad esempio Gattuso passa ad Ibra, se Ibra si sposta oltre la linea della difesa avversaria prima che Gattuso abbia lanciato la palla, quello è fuorigioco attivo.
Se invece c’è un uomo oltre la linea di difesa, che non partecipa all’azione, quello è fuorigioco passivo”.

Il tuo giocatore preferito del Milan?
“Non è Ibra, lo vedo un po’ troppo mercenario, amo i giocatori legati al cuore della squadra, che diventano bandiere. Prima ho detto di essere nostalgica, per questo sono legata ancora a giocatori come Maldini, Baresi, Van Basten, Gullit, Rijkaard. Parlo di un’era in cui il giocatore si sentiva davvero uno da Milan. Gattuso ci mette molto cuore, i giocatori di oggi invece li vedo poco appassionati e poco attaccati alla maglia del Milan. Uno dei miei giocatori preferiti comunque resta Van Basten, mentre della rosa attuale è Pirlo”.

Ne conosci qualcuno personalmente?
“Di oggi ho intravisto Gattuso, Pirlo, Abbiati, anche se conosco meglio la moglie. Di ieri ho conosciuto bene in varie feste Maldini, Costacurta, lo stesso Van Basten. Tutte persone straordinarie, Van Basten aveva una genialità assoluta come calciatore ma era alla mano ed umilissimo, molto educato, era un piacere passarci una serata a cena, era simpatico nonostante fosse un fenomeno. Oggi giocatori molto meno fenomeni si sentono su un Olimpo che non esiste, e che sta solo nella loro testa”.

C’è qualche tuo collega irrefrenabile milanista?
“Un grosso milanista è Diego Abatantuono, un’altra super milanista è Joe Squillo, sono irrecuperabili”.

Il Milan tornerà a vivere serate come quella di Manchester?
“Io me lo auguro come sempre che il Milan torni a vincere quanto vinceva in passato. Un po’ manca del cuore, a livello tecnico - tattico i giocatori ci sono, le doti non mancano, ma non concretizziamo la mole di gioco espressa. Tanti pareggi potrebbero finire in goleada, e anche a causa di sfortuna non succede. Siamo qui a sostenere la squadra, ci auguriamo che non possa sempre vincere l’Inter, hanno vinto troppi campionati. Tocca a noi, voglio essere positiva. Se mio padre, e i due miei fratelli Filippo e Lorenzo, anche loro milanisti come me, mi sentissero… (ride) Comunque sì, sono ottimista”.

Da tre anni sei madre di Matilde: alla luce anche degli ennesimi fatti di cronaca, quando crescerà l’avvicinerai al mondo del calcio, oppure da genitore le impedirai l’accesso?
“In curva non ce la porterei, e anch’io non ci sono mai stata. Io non mi sono mai sentita veramente in pericolo le volte che sono stata allo stadio, non so se oggi è cambiato qualcosa perché appunto non vado da molto, ma non credo. C’è sempre il tifoso che si surriscalda di più, rispetto ad un altro, ci sono tifosi che hanno gesti violenti, da condannare, però io ce la porterei. In tribuna non mi risulta che sia successo mai qualcosa di pericoloso. Di solito i tafferugli si verificano quando le tifoserie sono vicine, o i tifosi sono fuori dallo stadio e hanno modo di avere colluttazioni. Prendiamo le cose con un po’ di rilassatezza, in tutta sicurezza certo, però non vediamo sempre cose negative”.