ESCLUSIVA MN - Succi: "Ho avuto lo stesso problema di de Jong, momenti critici. Il rientro? Nessuno ce l'ha fatta prima di 4 mesi"

L'infortunio di Nigel de Jong toglie l'olandese dai campi di calcio fino a fine stagione a causa della rottura del tendine d'Achille.Davide Succi, giocatore che è cresciuto nel vivaio nel Milan e attualmente gioca nel Cesena, ci racconta la sua esperienza, avendo subito lo stesso infortunio. In esclusiva per MilanNews.it.
Davide Succi, Nigel de Jong si è rotto il tendine d’Achille. Un infortunio che è capitato anche a te poco più di un anno fa. Quali sono le conseguenze?
“Io ho avuto la rottura del tendine d’Achille all’altezza del terzo medio. Per intenderci appena inizia il polpaccio. Se la rottura avviene dove è attaccato il tallone ti senti proprio salire il polpaccio. Insomma, più in giù è la rottura peggio è. Per quello che mi riguarda la mia fu una rottura netta, che mi ha costretto all’intervento chirurgico, cosa che è da farsi anche se non sei un calciatore. È un infortunio brutto perché è un po’ strano: alla fine i tendini sono dove viene scaricato il peso del corpo e lavorano sempre. Quando ti rompi devi stare un mese intero fermo, con la gamba per aria e non puoi appoggiare il piede. Ricordo di aver fatto due settimane di gesso completo”.
Cosa succede quando viene ricostruito il tendine?
“Quando ti rimettono il tendine è come se sentissi un pezzo di legno, duro che non puoi stendere. Il compito della riabilitazione è renderlo elastico. Io l’ho fatto due volte, perché mi sono rotto il tendine una volta e dopo ho avuto un problema della riabilitazione e mi sono rioperato. Il mio consiglio è di non rischiare nulla nei primi 2-3 mesi , perché il tendine d’Achille ha bisogno di riformarsi. Una volta riformato lo senti molto più forte, ma fin tanto che non succede ha una facilità di rottura allucinante”.
Quali sono i tempi di recupero completo?
“Ripeto, bisogna essere molto prudenti per i primi 2-3 mesi, poi una volta che sei sicuro e sei confortato dalla risonanza magnetica, inizi a pedalare forte sul quel polpaccio. Diciamo che minimo un altro mese ci vuole. Le statistiche in verità dicono che nessuno è mai riuscito in 4 mesi a farcela, anche se i medici dicono che si può fare”.
Nel tuo caso, hai detto, ci sono state complicazioni
“Io ho avuto un problema dovuto ai primi 2 mesi, che sono i più critici e come dicevo basta poco che crei un problema al tendine che si sta riformando. Così ho dovuto operarmi una seconda volta. Purtroppo avevo fretta di rientrare, volevo giocare i playoff col mio Padova e facevo 8 ore di riabilitazione. Alla fine ci ho solo rimesso perché col secondo intervento e una nuova riabilitazione sono stato fermo 13 mesi. Per questo ribadisco che nei primi due mesi, a prescindere da quello che dicono tutti, non bisogna rischiare nulla. E colgo l’occasione per fare il mio in bocca al lupo a Nigel de Jong per una pronta guarigione”.

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