Speciale Natale - L'anno agrodolce del Noce, tra gol e l'addio del suo mentore Ibra

Nocerimovic o Noceribra. Per fare il punto sul 2012 di Antonio Nocerino, forse è meglio partire da quel nome, Zlatan Ibrahimovic, l’uomo del suo destino, della sua esplosione, della sua rivincita. Già, perché il Noce, senza nulla togliere ai suoi numerosi meriti, ha beneficiato forse più di ogni altro della presenza in squadra del fenomeno svedese, che gli ha consentito, con assist illuminanti e movimenti al bacio, di strapazzare in pochi mesi il suo personale record di gol stagionali. E la differenza, dopo la cessione del mago Ibra, si è vista... eccome! "Più che un colpo di mercato ero una mazzata in testa. Hanno scritto e detto che non ero da Milan", ha dichiarato l’ex Palermo ad inizio anno, dopo una prima parte di stagione da uomo copertina. Già il 20 di gennaio arriva la prima rete annuale, la settima complessiva, contro il Cagliari in trasferta. Poco dopo arriva anche l’ottavo sigillo, quello che avrebbe potuto scrivere la storia definitiva del campionato, quello realizzato contro la Juventus, la sfida dei veleni, passata alla storia più per il gol di Muntari che per quello del momentaneo vantaggio (con deviazione di Bonucci) di Nocerino. "E’ entrato nelle grazie di Ibrahimovic e quindi è riuscito a inserirsi benissimo nello spogliatoio", afferma il suo ex presidente, Maurizio Zamparini, quasi a voler sottolineare il connubio vincente Noce-Ibra. "Io l’ho dovuto cedere - aggiunge il numero uno rosanero - perché non voleva rinnovare una volta sentite le sirene del Milan". Gol numero nove contro il Lecce, un totale di marcature talmente ampio e inaspettato che stupisce non solo il diretto interessato, la società e i tifosi, ma anche il suo agente, Marco Sommella, che lo definisce addirittura "il colpo del secolo", esaltando poi il compratore, il dirigente che ha subito fiutato l’affare: "Non mi stupisce - dice - che lo abbia fatto Galliani". E il popolo milanista si gode il nuovo Gattuso, esaltandolo spesso e volentieri.
Il coro "Ooooooh Nocerino, facci un gol!" diventa quasi un cult. Il 3 aprile arriva una rete per certi versi storica, anche se inutile ai fini del risultato e della qualificazione in Champions: al Camp Nou, infatti, l’acuto dell’ex Juve regala l’illusione ai suoi, poi battuti tra mille polemiche dai maestri del Barcellona. Ma il centrocampista non ha certo intenzione di fermarsi e sul campo del Siena, dopo una progressione da centometrista e una serie di dribbling da stropicciarsi gli occhi, mette dentro la decima perla, chiudendo così in doppia cifra. Dopo aver ereditato la maglia numero otto direttamente da Rino Gattuso e disputato un Europeo da comprimario, Nocerino si catapulta nella nuova stagione con rinnovate ambizioni e maggiori responsabilità ma con un punto di riferimento in meno: Ibrahimovic, infatti, passa al Psg di Ancelotti, interrompendo così quel binario vincente che aveva fatto la fortuna del Noce. Inizia così una serie di partite da dimenticare, giocate senza bussola, senza corsa... senza gol. E il colpo del secolo si trasforma improvvisamente nell’ennesima meteora, già dimenticata, subito criticata. Lui non ci sta, si batte e si sbatte, ribadendo amore verso la maglia e rispetto per i suoi sostenitori. Arrivano le prime gioie stagionali, a Torino e a San Siro con il Pescara, ma è poco, pochissimo, quasi nulla rispetto a qualche mese fa, non tanto per il numero di palle in rete quanto per il grado delle prestazioni, non certo all’altezza della situazione, fino alla débâcle di Roma.

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