Il nuovo Kessie dopo la cura Pioli: da mezz'ala umorale a scudo tattico, ora cederlo sarebbe una follia

Il nuovo Kessie dopo la cura Pioli: da mezz'ala umorale a scudo tattico, ora cederlo sarebbe una folliaMilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
domenica 5 luglio 2020, 15:15Primo Piano
di Matteo Calcagni

Calhanoglu, Theo Hernandez, Rebic e Ibrahimovic si sono presi (giustamente) la maggior parte delle copertine del post Lazio-Milan, ma tra i "segreti" di questo rinnovato corso rossonero del post lockdown c'è un giocatore criticatissimo fino a qualche mese fa ma assolutamente fondamentale. Parliamo di Franck Kessie, monumentale all'Olimpico in coppia con Bennacer, schermo sostanzialmente invalicabile che ha di fatto annullato un cliente come Milinkovic-Savic. Se in passato si riconoscevano soprattutto le doti corporali dell'ivoriano, ora si deve notare la crescita tattica di questo ragazzo che, nonostante le 126 gare in rossonero, è nato il 19 dicembre 1996.

DA UMORALE A SCUDO - Tra i tanti meriti di Stefano Pioli c'è anche quello di aver rigenerato Kessie, insegnandogli a controllare il suo strapotere fisico e metterlo al servizio della squadra. Il numero 79, anche con Gattuso, era solito buttarsi nello spazio, duellando all'arma bianca mentre altri lo coprivano (principalmente Bakayoko): nelle rare giornate top l'ivoriano sfoderava prestazioni da 8, ma quando non girava le prove diventavano da 5 o da 4. Difficoltà dimostrate anche nella prima parte di questa stagione, dove l'ex Atalanta si adoperava spesso in un lavoro lontano dalle sue caratteristiche, giocando troppi palloni in un contesto centro-offensivo che lo portava a numerosi errori tecnici. L'allenatore emiliano ha evidentemente lavorato tantissimo su Franck, limitandone le scorribande ma tramutandolo in una colonna portante del centrocampo, un giocatore da 7 costante.

IL PARADOSSO DEL MERCATO - Da settimane si parla di Kessie come possibile sacrificio sull'altare di Rangnick, come se fosse un giocatore da piazzare a tutti i costi. La verità è che il classe '96 in tre anni ha saltato una sola gara per infortunio, una continuità fisica incredibile che, se incanalata, può diventare una bomba ad orologeria per qualsiasi club. Cederlo, o addirittura svenderlo, per far spazio ad un calciatore simile con un quarto o un quinto dell'esperienza sarebbe francamente assurdo, a maggior ragione sulla base di quanto mostrato in questa nuova fase della stagione. Se il centrocampista africano giocasse in un altro club, anche di media/bassa fascia, il suo valore di mercato oscillerebbe tra i 30 e i 50 milioni, il che dovrebbe far riflettere profondamente in casa rossonera. Difficile farne a meno dopo questo exploit, non casuale ma figlio della cura di Stefano Pioli, bravissimo nel trasformarlo da duellante lunatico ad un imponente tattico della mediana.