E' un Milan da piangere

E' un Milan da piangereMilanNews.it
© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS
domenica 9 febbraio 2014, 01:27Vista dalla Curva
di Davide Bin
I rossoneri perdono nettamente a Napoli nonostante il vantaggio iniziale; troppi spazi concessi agli avversari, difesa imbarazzante come sempre e attacco poco incisivo; alla fine la sconfitta è meritata e non ci resta che piangere.

L'immagine simbolo del Milan sconfitto a Napoli è quella di Balotelli in lacrime in panchina; non sappiamo i veri motivi del pianto di SuperMario, che ha vissuto una settimana particolare al di là della partita del San Paolo, ma sappiamo che è in buona compagnia con l'intero popolo rossonero, sicuramente intristito dall'andamento di una sfida che doveva essere l'ennesima occasione per la svolta e si è trasformata in un'altra cocente delusione, perchè ancora una volta sono apparsi in tutta la loro drammaticità (sportiva) i limiti di una squadra che fatica a essere competitiva e, soprattutto, di una difesa che ha delle lacune che fanno davvero spavento e che sono state amplificate dall'attacco del Napoli che l'ha strapazzata creando occasioni su occasioni e affondando come un coltello nel burro. Se Seedorf si aspettava indicazioni e risposte da questa partita, sicuramente ha capito che il suo lavoro è ancor più difficile e complicato del previsto, perchè questa squadra fatica a costruire gioco, soffre a centrocampo ed è impresentabile in difesa e a una decina di giorni dalla prima sfida di Champions contro l'Atletico Madrid il quadro è davvero sconsolante. Da salvare c'è il buon esordio (con tanto di gol) di Taarabt, la reazione dopo il gol del 2-1 e davvero poco altro e ciò dimostra che se questo era un esame per il Milan di Seedorf, alla prima vera sfida contro una "grande" è arrivata una sonora bocciatura, che non mette in discussione l'intero progetto solo perchè, come ha fatto notare Clarence, la sua squadra ha "studiato" ancora troppo poco per essere in grado di sostenere un esame e, quindi, bisogna avere ancora pazienza e comprensione, anche se, usando le parole di Barbara Berlusconi dopo Sassuolo-Milan, i tifosi rossoneri non meritano spettacoli del genere, soprattutto in partite molto sentite come questa che evocano dolci ricordi di sfide che valevano scudetti e ora fanno solo vergognare. Fa male al cuore ammettere che il Milan ha perso meritatamente perchè è stato dominato dal rivale, al quale ha concesso un numero di occasioni da gol a due cifre; fa piangere vedere una squadra che corre meno dell'avversario, che si fa mettere sotto di brutto e alla quale il suo allenatore deve chiedere nel finale di riuscire almeno a uscire a testa alta dal campo. Seedorf doveva essere l'antivirus per guarire il Milan, ma per il momento sta vincendo il virus...

Come facilmente prevedibile dopo i tanti dubbi della vigilia, Seedorf schiera un Milan "a sorpresa": difesa confermata con De Sciglio a destra, Emanuelson a sinistra e coppia centrale Rami-Mexes; quest ultimo, oltre a rientrare in squadra dopo qualche panchina (e dopo essere stato messo sul mercato ma senza acquirenti) è anche capitano, perchè Montolivo non è nè davanti alla difesa nè nella linea dei trequartisti e questa è la prima grossa sorpresa; non c'è nemmeno Kakà, che parte dalla panchina dopo la settimana tribolata per l'influenza, quindi spazio alla coppia De Jong-Essien (al debutto per rodarsi in vista dell'Atletico Madrid) a centrocampo e con una linea di trequartisti inedita in cui c'è il nuovo acquisto Taarabt, Robinho e Abate, con il compito di garantire maggiore copertura in fase di non possesso palla, perchè l'asticella della difficoltà si è alzata e il Napoli, terzo in classifica, è sicuramente più forte e competitivo di Verona, Udinese, Cagliari e Torino, soprattutto giocando al San Paolo davanti al suo pubblico che, come al solito, sostiene la squadra ma continua a contestare il presidente De Laurentis. C'è anche la Curva Sud, che torna in trasferta dopo aver saltato Reggio Emilia (per protesta contro il caro biglietti) e Cagliari (nel periodo di autosospensione in cui faceva scena muta anche a San Siro).

Il Milan vorrebbe vendicare la sconfitta dell'andata e Seedorf vorrebbe proseguire la sua ministriscia positiva in campionato (due vittorie e un pareggio), ma due occasioni per il Napoli in soli 100 secondi fanno capire che sarà durissima uscire indenni dal San Paolo. Il calcio, però, è strano e bizzarro ed ecco che un Napoli molto aggressivo viene punito alla prima occasione dopo aver dominato per i primi sette minuti: Taarabt parte palla al piede dalla metà campo, non trova opposizione negli avversari che arretrano senza contrastarlo, arriva indisturbato al limite dell'area e batte Reina con un bel tiro a giro all'angolino basso. La partita sembra prendere inaspettatamente una piega positiva per i rossoneri, ma ci pensa Inler a riequilibrare la situazione dopo tre soli minuti: il tiro è bello, la leggera deviazione di De Jong sorprende Abbiati e lo rende imparabile, ma non si può lasciare così tanta libertà a un avversario al limite dell'area senza pressarlo minimamente. Purtroppo è solo l'inizio di una sofferenza infinita, perchè il Napoli muove la palla con velocità e il Milan va in affanno; la partita è divertente, perchè anche il Napoli concede spazi e le due squadre arrivano con facilità nei pressi dell'area avversaria, ma se i padroni di casa si rendono spesso e volentieri pericolosi, provocando lunghi brividi di paura in tutti i tifosi rossoneri che stanno seguendo la partita, il Milan è praticamente inoffensivo e oltre al gol riesce a tirare in porta una sola volta con Balotelli. I rossoneri perdono troppi palloni in modo banale, il Napoli riparte in velocità e sono dolori, come quando Abbiati è costretto all'uscita disperata su Mertens, lo abbatte fuori area e viene ammonito perchè l'intervento non è cattivo e perchè il belga non poteva più arrivare sul pallone al momento del fallo. Abbiati si fa perdonare parando la punizione dello stesso Mertens, ma il finale di tempo è una lunga Via Crucis in cui il Milan rischia più volte di cadere e riesce a salvarsi sempre miracolosamente: Higuain e Insigne sfiorano il palo, Maggio lo colpisce e a metà gara le occasioni sono già 7-8. Il Milan, invece, fatica addirittura a passare la metà campo a causa del feroce pressing alto della squadra di Benitez e i continui inserimenti degli attaccanti fanno soffrire una difesa che mostra tutti i suoi limiti e che quasi sempre si salva con grande affanno. Fortunatamente sono molti gli errori anche da parte dei napoletani, giustificati dal fatto che si gioca in velocità e si provano comunque giocate difficili. Il Milan va al riposo in parità e sembra davvero un miracolo, visto quanto ha sofferto prima e dopo il gol del vantaggio, un autentico lampo nel buio.

La ripresa inizia con Kakà al posto del solito impalpabile Robinho, ma anche con una mini-rivoluzione di Seedorf, che arretra Abate sulla linea dei difensori a destra, sposta De Sciglio a sinistra e avanza Emanuelson ma sulla destra al posto di Abate, chiedendo a Kakà di stare largo a sinistra e spostando Taarabt al centro. Nemmeno il tempo di assestarsi e valutare la bontà del nuovo schieramento, che arriva il gol del vantaggio del Napoli: il lancio di Inler è perfetto, così come il movimento di Higuain che raccoglie il pallone e lo insacca di testa, ma la difesa rossonera è immobile e spalancata e Mexes si fa sorprendere dall'attaccante argentino. Il Milan prova a reagire e ad alzare il baricentro ed Essien, dopo tanti errori anche banali a centrocampo, si fa apprezzare con un tiro al volo che mette in difficoltà Reina. Seedorf cambia ancora: fuori Emanuelson, in difficoltà soprattutto quando ha dovuto fare il terzino, dentro Montolivo, che va a fare il trequartista in posizione centrale riportando Taarabt sull'esterno ed è proprio il marocchino a mettersi in luce con un grande spunto e bel tiro dalla distanza che costringe Reina alla respinta corta, ma Balotelli non riesce ad approfittarne. Mario sembra non avere il fiuto del gol alla Inzaghi, visto che replica poco dopo quando non sfrutta un'uscita a vuoto di Reina, non riesce a concludere a porta vuota e si allarga facendo sfumare un'occasione colossale. Seedorf capisce che l'attaccante non è in serata e lo sostituisce con Pazzini, che ha una buona occasione ma non riesce a superare Reina in uscita. Come si può capire, il Milan ha reagito e ha provato a rendersi pericoloso, ma è mancata la zampata vincente, mentre il Napoli è spietato e chiude la partita con un altro gol di Higuain, che finalizza una bella azione in velocità in cui l'attacco del Napoli ridicolizza una difesa imbambolata e immobile. Cala il sipario sulla partita: il Napoli vince e il suo pubblico fa festa, Balotelli piange in panchina e con lui tutto il popolo rossonero, depresso per l'ennesima batosta stagionale. 

Non è bastato nemmeno il primo gol nei primi tempi della gestione Seedorf a lanciare il Milan verso la vittoria contro una grande; la squadra fatica in ogni reparto ed è fin troppo scontato dire che la differenza l'hanno fatta i centravanti: implacabile Higuain, autore di una doppietta, spettrale Balotelli, che si è visto poco, ha ciondolato per il campo, è stato poco reattivo in due occasioni molto propizie e non è riuscito a sfatare il tabù Napoli, contro il quale non ha mai vinto con l'aggiunta che nella partita di andata aveva sbagliato il primo rigore in partite ufficiali della sua carriera. Il Milan cade ancora e anche questo girone di ritorno comincia ad assomigliare pericolosamente a quello di andata in cui ha raccolto solo 22 punti; Seedorf chiede pazienza e sa che il lavoro sarà molto lungo, ma sconfitte come questa amplificano i dubbi e azzerano le certezze, perchè c'è poco da salvare e molto da cambiare se si vuole evitare di uscire ancora con le ossa rotte nelle difficili sfide che attendono il Milan fra qualche tempo (Atletico Madrid in Champions, Juventus in campionato ai primi di marzo tanto per fare qualche esempio). Sembra evidente che in questa rosa non ci siano gli uomini adatti per mettere in pratica il gioco che vuole Seedorf e che in questo momento la priorità sarebbe dare copertura a una difesa imbarazzante, invece di mandarla allo sbaraglio con soli due centrocampisti a fare da filtro e che inevitabilmente vanno in difficoltà sugli assalti avversari; inoltre la squadra dovrebbe essere più compatta e corta e non allungata e con reparti scollegati fra loro. Le preoccupazioni sono tante e non ci resta che piangere, come ha fatto il malinconico Balotelli in panchina!