Missione continuità

Reduce dal prezioso pareggio di Amsterdam in Champions League, il Milan si rituffa nel campionato per l'ultima sfida prima della sosta, con l'obiettivo di dare continuità ai risultati positivi e bissare la vittoria di sabato scorso contro il Genoa; nello scorso week-end la classifica si è compattata molto e, Udinese a parte, tutte le squadre sono riunite in soli sei punti; i rossoneri si trovano a due punti dalla vetta, ma è chiaro che in queste condizioni una vittoria ti proietta molto in alto e una sconfitta ti caccia nei bassifondi; in pratica si può dire che il campionato debba ancora iniziare, perchè tutte le squadre hanno un andamento altalenante e alternano vittorie preziose a scivoloni inattesi. Il Milan è di scena a Parma, su un campo storicamente ostico per i rossoneri, soprattutto negli ultimi anni, ma, come ha detto Allegri, una vittoria sarebbe fondamentale per accrescere l'autostima della squadra e dare carica e serenità prima della sosta in cui il gruppo si dividerà fra chi raggiungerà le proprie nazionali e chi resterà a Milanello a lavorare. Il dibattito delle ultime ore in casa milanista riguarda la cosiddetta "Ibradipendenza": ha lanciato l'allarme Seedorf, lo ha assecondato Allegri, sottolinenando che è necessario trovare soluzioni alternative nel gioco del Milan per evitare di trovarsi in grossa difficoltà qualora lo svedese dovesse essere assente per qualsiasi motivo; il problema potrebbe presentarsi già al Tardini se Ibra non dovesse recuperare pienamente dal problema all’adduttore accusato all’Amsterdam ArenA, ma tutti speriamo che Zlatan possa scendere in campo e che si possa rinviare la scoperta se il Milan abbia o meno soluzioni alternative ai suoi gol che per il momento garantiscono quasi da soli risultati positivi e punti in classifica. Intendiamoci, l’Ibradipendenza non è una malattia o un virus infettivo e non è negativa per una squadra: l’Inter ha vinto scudetti in serie con Ibrahimovic assoluto protagonista, quindi fare “la fine dell’Inter” come ha detto Seedorf non sarebbe un disonore, anche se lui si riferiva più che altro alla Champions League, competizione in cui l’Inter targata Ibra non ha mai brillato. In fondo è lo stesso Allegri per primo ad essere Ibradipendente e lo dimostra il fatto che lo svedese, pur visibilmente acciaccato, è stato tenuto in campo fino alla fine della partita contro l’Ajax, laddove qualunque altro giocatore sarebbe stato sostituito già all’intervallo. Bisogna rendersi conto che Ibra non può “tirare la carretta” da solo per tutta la stagione e che non poterlo schierare in qualche partita non deve creare il panico; invece siamo già qui a chiederci terrorizzati se Ibra sarà in campo o meno al Tardini e le notizie positive in tal senso ci fanno tirare un grosso sospiro di sollievo. Urge trovare soluzioni alternative, perché i campioni al Milan non mancano, soprattutto nel reparto offensivo: c’è Robinho da inserire, ora che la condizione fisica comincia ad essere decente; c’è Pato da recuperare sperando che il suo fisico di cristallo regga abbastanza a lungo per consentirgli di giocare con continuità; c’è Inzaghi buono per tutte le stagioni; c’è Ronaldinho che non deve essere messo nel dimenticatoio solo perché ora c’è un eroe nuovo che mette in ombra tutti gli altri; e poi ci sono centrocampisti che sanno trovare la via della rete, come Boateng, Seedorf, lo stesso Pirlo e capitan Ambrosini quando rientrerà.
Deve esserne consapevole lo stesso Ibra,non pretendendo che il gioco della squadra sia finalizzato solo ed esclusivamente su di lui e che si riduca a lanci lunghi in verticale, “tanto poi ci pensa lui” a lottare solo contro tutti. Il Milan ha tante frecce al suo arco e sarebbe sbagliato non sfruttarle tutte pensando che una sola, per quanto spesso letale per gli avversari, possa bastare e avanzare. Il Milan di Amsterdam non ci è piaciuto nel momento in cui ha rinunciato a cercare il fraseggio affidandosi solo ai lanci, anche se poi il gol è nato proprio da un’azione semplice, veloce e poco articolata. A Parma ci vuole un Milan bello e spietato, vincente e possibilmente convincente, che sappia dare continuità ai risultati e ritrovare un gioco efficace e divertente, anche se non è facile essere brillanti dopo tante partite giocate consecutivamente in breve tempo. Allegri ha detto che la partita di Parma è importante come una finale per chiudere un periodo intenso e importante e affrontare il futuro con più certezze e sicurezza e speriamo che i suoi ragazzi abbiano recepito il messaggio e diano tutto in campo per accontentarlo e regalarci una gioia e, magari, una serata senza sofferenze e patemi d’animo, anche se non sarà facile contro un Parma che in casa è molto pericoloso e competitivo. Il Milan si presenta al Tardini con qualche dubbio, non solo di formazione, ma spera di uscire dal campo con qualche certezza in più, perché la stagione sta entrando nel vivo e il tempo degli esperimenti sta per finire.

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