UN SOGNO PER ALCUNI...UN INCUBO PER ALTRI!

UN SOGNO PER ALCUNI...UN INCUBO PER ALTRI!MilanNews.it
lunedì 29 settembre 2008, 01:46Vista dalla Curva
di Davide Bin

La coreografia della Curva Sud è stata involontariamente profetica con quello striscione esposto in transenna, perchè se al posto della curva stessa (che si è autocelebrata nella coreografia), ci mettiamo Ronaldinho, abbiamo trovato il protagonista assoluto del derby, che ha trasformato questa serata in un sogno per noi tifosi rossoneri e in un incubo per quelli nerazzurri, arrivati baldanzosi allo stadio, convinti di sbranarsi gli avversari e tornati a casa con le pive nel sacco, come spesso è accaduto nella loro "carriera" di tifosi. Il Milan vince il derby, tutto sommato meritatamente e nonostante le difficoltà e i problemi di formazione; Ancelotti ha avuto il coraggio di osare, schierando la nuova versione del Ka-Pa-Ro, dando fiducia a Ronaldinho, spostando Seedorf al centro della linea di mediana e conquistando una vittoria importante, che rilancia il Milan e gli consente di avvicinare i rivali (ora ad un solo punto) e la vetta della classifica, occupata dalla Lazio tre punti più su. E' stata un'altra serata da ricordare: emozionante, tesa, sofferta, ma alla fine rimane solo la grande gioia e non solo per la vittoria in sè ma anche per la consapevolezza di aver ritrovato il Milan tosto, orgoglioso e determinato, quello che non sbaglia mai le partite che contano perchè questa squadra è soprattutto un gruppo unito e compatto che più di qualunque altro sa affrontare al meglio le grandi sfide e vincerle. Come sono già lontani i giorni delle sconfitte contro il Bologna e a Genova, quello zero in classifica troppo brutto per essere vero e, infatti, è bastata una settimana e tre vittorie consecutive per tornare nelle zone alte della classifica a dire forte e chiaro a tutti che il Milan c'è ancora e darà filo da torcere a tutti. Non è stata una partita bellissima o particolarmente spettacolare, ma i rossoneri l'hanno interpretata al meglio delle loro condizioni attuali: penalizzati dal fatto di non poter schierare una vera e propria prima punta hanno puntato sulla velocità di Kakà e Pato e sulla fantasia di Ronaldinho per mettere in difficoltà la difesa dell'Inter e ci sono riusciti spesso, soprattutto nell'azione del gol, nato da un lancio di Ronaldinho verso Kakà, che ha atteso l'inserimento del compagno e gli ha messo sulla testa un cross delizioso che Dinho ha trasformato in gol con un colpo di testa imperioso e uno stacco in terzo tempo degno di un giocatore di basket e insolito per lui, ma che ha lasciato di stucco la difesa nerazzurra, impietrita e immobile nonostante la notevole stazza atletica. Ma tutta la squadra rossonera ha giocato una partita egregia, regalandoci una grande gioia; abbiamo festeggiato sugli spalti e continueremo a farlo per giorni come succede sempre dopo una vittoria nel derby, alla faccia dei cuginastri che pomposamente avevano annunciato con la loro coreografia: LADIES AND GENTLEMEN...MILANO E' LIETA DI PRESENTARVI...I CAMPIONI D'ITALIA, dimenticandosi troppo in fretta che di fronte avevano pur sempre i campioni del Mondo in carica e sbagliando l'annuncio, visto che il vero spettacolo offerto da Milano è stato il samba rossonero e quella perla di Ronaldinho che ha scelto la partita più importante per segnare il primo gol in rossonero e il momento migliore per entrare definitivamente nel cuore di tutti i tifosi, scettici compresi.

Il derby è un appuntamento speciale anche nei riti prepartita: i cancelli aprono prima del solito, la curva si riempie velocemente anche se non con l'immediatezza di qualche tempo fa, le plastiche su ogni seggiolino fanno capire che all'entrata delle squadre in campo andrà in scena lo spettacolo della Sud e il consueto derby del tifo. E' sempre stato così: prima dei giocatori in campo sono i tifosi sugli spalti a dare spettacolo e a sfidarsi a suon di cori e sfottò ma anche mostrando abilità "artistiche": la sfida delle coreografie questa volta va alla Curva Nord, con lunghi striscioni in basso e in alto alla curva (il testo l'ho già citato), un bandierone con lo scudetto e il biscione e doppio disegno realizzato con le plastiche: la bandiera di Milano prima e i colori nerazzurri dopo, con l'accortezza di utilizzare delle pettorine da indossare per realizzare la bandiera di Milano in modo che rimanesse fissa per tutta la partita. La Curva Sud risponde con lo striscione in transenna (il testo è il titolo dell'articolo) e la scritta CURVA SUD rossa su sfondo bianco realizzata con le plastiche. Grande entusiasmo e tifo alle stelle, per trascinare i ragazzi ad una vittoria speciale in una gara particolare: si gioca in casa, lo stadio è esaurito e gran parte del pubblico è di fede rossonera, quindi almeno dal punto di vista vocale non si può perdere il derby del tifo.
Ancelotti fa una scelta doppiamente coraggiosa e schiera una squadra offensiva, con il trio Kakà-Pato-Ronaldinho in avanti e un trequartista come Seedorf davanti alla difesa come vice-Pirlo; Ambrosini e Gattuso completano il centrocampo mentre la difesa davanti ad Abbiati è composta da Zambrotta, Maldini, Kaladze e Jankulovski. Quando Gattuso schizza in campo come un indemoniato al momento del riscaldamento il pubblico si esalta, si carica e immediatamente risponde trasmettendo ulteriore carica ai ragazzi in campo; anche questo è derby e la simbiosi fra pubblico e squadra è un'arma in più per vincere.



Le prime fasi dell'incontro sono di studio, la sfida è un po' bloccata e fatica a decollare: l'Inter è chiusa e solida, tiene bassi i ritmi e prova a ripartire in contropiede e a colpire l'avversario all'improvviso; il Milan è prudente e deve trovare il giusto assetto soprattutto in avanti per evitare di spaccarsi in due tronconi, perchè il trio d'attacco è composto da giocatori che non hanno grande propensione al rientro e alla copertura difensiva. Non trovando molti spazi, il Milan ci prova con tiri dalla distanza (Ambrosini e Zambrotta) che non creano problemi a Julio Cesar, mentre i primi brividi li proviamo quando Maicon libera Ibrahimovic in area; per fortuna Abbiati è bravo e reattivo ed esce sui piedi dell'attaccante. Pato si mette in mostra recuperando un pallone vagante in area e tentando la conclusione in area respinta da un difensore, Ronaldinho duetta alla perfezione con Kakà e conclude al volo costringendo Julio Cesar al miracolo; peccato perchè se quel pallone fosse entrato sarebbe venuto giù lo stadio, ma in fondo l'appuntamento è solo rinviato: dopo un tiro di Ibrahimovic respinto da Abbiati il Milan riparte e colpisce con uno spettacolare triangolo di cinquanta metri fra Ronaldinho e Kakà: Dinho lancia e conclude l'azione di testa, Kakà rifinisce con il preciso cross in area. Delirio sugli spalti per un gol bello e importante ma, soprattutto, perchè l'ha realizzato Ronaldinho, la stella della campagna acquisti estiva, l'oggetto del desiderio diventato realtà e che dopo un periodo difficile ha deciso di rinascere proprio con una prodezza nel derby e la festeggia con un balleto sotto la Sud impazzita di gioia. Complimenti a lui e complimenti ad Anceloti che ha avuto il coraggio e l'astuzia di rilanciarlo nell'occasione più importante e ha avuto ragione. Nel finale di tempo non succede più nulla di eclatante, la difesa rossonera regge l'assalto nerazzurro e l'intervallo arriva propizio per darci un po' di tregua dopo le emozioni della prima parte di questo derby equilibrato e combattuto.

Si riprende e si teme la riscossa dell'Inter, ma il Milan continua a giocare con grinta e ordine e anche Ronaldinho lotta su ogni pallone con umiltà ed impegno vincendo anche un contrasto di forza con Vieira e dando l'avvio ad un'altra progressione pericolosa di Kakà, stoppato da Materazzi in calcio d'angolo. Mourinho manda in campo Adriano e Cruz al posto di Materazzi e Mancini, quindi sposta notevolmente il baricentro in avanti. Il Milan soffre ma resiste e non rischia tantissimo: Cruz e Ibrahimovic trovano lo spazio solo per due conclusioni da lontano che ci fanno venire i brividi ma finiscono fuori; i rossoneri barcollano ma non mollano e Ancelotti corre ai ripari inserendo Flamini al posto di Pato per rinforzare la mediana e coprire ulteriormente la difesa. Quando Burdisso stende Kakà a metà campo e viene espulso per doppia ammonizione sembra fatta ma non si può certo stare tranquilli; il Milan ha più spazi ma li sfrutta solo con Kakà che costringe alla parata Julio Cesar da posizione defilata. Entra Stankovic al posto di Vieira e si presenta con un terrificante tiro di controbalzo che Abbiati respinge a fatica con i pugni, poi Adriano ha la palla buona ma non trova lo specchio della porta. Dopo che Materazzi è stato espulso dalla panchina, Ancelotti concede la standing-ovation a Ronaldinho e manda in campo Shevchenko che spesso in passato ha castigato l'Inter con gol belli e importanti; ci prova anche questa volta ma la sua conclusione violenta dal basso verso l'alto viene deviata in angolo da Julio Cesar. Ancelotti blinda ulteriormente la difesa mandando in campo Bonera al posto di Gattuso, ma il tempo sembra non passare mai, i minuti di recupero sono cinque e lo spavento più grande arriva quando un cross di Maicon raggiunge Adriano solo davanti ad Abbiati in posizione regolare, ma il suo colpo di testa finsce fuori e un gigantesco sospiro di sollievo si alza dagli spalti di San Siro. Poco dopo può esplodere il boato liberatorio del popolo rossonero: si canta, si salta, si applaude la squadra che ricambia il saluto e gli applausi e poi via verso l'uscita per continuare a festeggiare in una notte tinta di rossonero!

Una vittoria importante giunta al termine di una prestazione buona da parte di tutti: attento e reattivo Abbiati ogni volta che è stato chiamato in causa; concentrati e implacabili Maldini e Kaladze, che hanno concesso poco al temibile attacco nerazzurro; dinamici ed efficaci Zambrotta e Jankulovski sulle fasce; immenso Gattuso in mezzo al campo con la consueta grinta gladiatoria; positivo e concreto Ambrosini, che ha lottato con il solito "spirito da ultrà"; eccezionale Seedorf che ha coniugato l'inventiva e la fantasia del trequartista con il dinamismo del mediano, rincorrendo gli avversari e inventando giocate sopraffine con i suoi piedi felpati; bravo Pato a non farsi sopraffare dall'emozione del suo primo derby da titolare e a giocare con la personalità e la concretezza di un veterano; ottimo Kakà con le sue progressioni, i suoi cross, i suoi tiri improvvisi e quell'intesa con Ronaldinho che ha creato tanti problemi alla difesa nerazzurra; ultimo in ordine di citazione ma non in ordine di importanza Ronaldinho, il match winner, il sogno per noi e l'incubo per i cugini; non sarà ancora dinamico e in gran forma ma ha sfoderato un gesto atletico incredibile e realizzato un gol molto bello da ariete d'area, tanto per non far rimpiangere l'assente Borriello. Il derby si chiude in modo glorioso grazie a lui, il vero "special one", altro che Mourinho, capace solo di mandare in campo una squadra che doveva spaccare il mondo ma si è difesa puntando sul contropiede e risultando troppo nervosa e fallosa. Ancelotti ha vinto la sfida delle panchine con saggezza ed esperienza, sopperendo alle tante assenze e ai problemi con un atteggiamento spregiudicato ma senza far perdere alla squadra i giusti equilibri. Insomma grazie a tutti, giocatori e tecnico, campioni e gregari, perchè hanno giocato con il "cuore rossonero" e sono stati gli 11 leoni che spesso invochiamo dalla curva; forse l'Inter aveva qualcosa in più sulla carta ed era favorita ma sul campo, come sempre nel derby, i pronostici sono stati ribaltati e il Milan ha vinto meritatamente, per cui ora abbiamo solo voglia di festeggiare e ricordare ai cugini che il nostro sogno è diventato ancora una volta realtà mentre a loro restano solo gli incubi; possono vantarsi quanto vogliono dei loro "scudettini" ma MILANO SIAMO NOI!!!