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Avv. Rombolà: "Sentenza UEFA proporzionata. Anno 17/18 dipende dalla condotta finanziaria. TAS? Ricorso poco senso"

ESCLUSIVA MN - Avv. Rombolà: "Sentenza UEFA proporzionata. Anno 17/18 dipende dalla condotta finanziaria. TAS? Ricorso poco senso"MilanNews.it
venerdì 14 dicembre 2018, 19:00ESCLUSIVE MN
di Redazione MilanNews
fonte Intervista di Pietro Mazzara

Avvocato Carlo Rombolà, docente alla Luiss ed esperto di diritto sportivo, è stato intervistato in esclusiva da MilanNews.it per commentare la sentenza UEFA, emessa dalla Camera Giudicante nei confronti del Milan per il mancato rispetto del FPF dal 2014 al 2017.

Avvocato Rombolà, come giudica la sentenza che la Camera Giudicante ha emesso nei confronti del Milan?

Da quando è stato pubblicato il provvedimento UEFA nei confronti del Milan ho letto le opinioni più disparate, di chi giudica la decisione come una “stangata” e di chi ritiene, viceversa, che si tratti di una condanna tutto sommato mite e proporzionata. Il mio punto di vista si avvicina a quest’ultima opinione, perché dal novero delle possibili sanzioni ai rossoneri, anche molto pesanti, si è giunti ad una multa da 12 milioni di euro, peraltro sotto forma di trattenuta dai ricavi Uefa di questa stagione e comunque già prevista dal club, che in tempi non sospetti aveva accantonato a bilancio una cifra addiritura superiore a questa. La parte più gravosa della sanzione, per lo meno dal punto di vista sportivo, è il limite di registrazione a 21 giocatori per le prossime due stagioni, ma ritengo che la dirigenza del Milan possieda tutte le capacità per far sì che la squadra possa far bene in campo internazionale anche con una rosa ridotta. Per quanto concerne, infine, l’obbligo di rientro nei parametri del break even in tre stagioni (dal 2018 al 2021) direi che, anche se non sarà un’impresa semplice, era davvero il minimo che ci si potesse aspettare per una società che, agli occhi dell’Uefa, ha ancora tutto da dimostrare in materia di rispetto delle regole del Fair Play Finanziario. A tale proposito, è opportuno ricordare che se la parità di bilancio non verrà raggiunta entro il 2021, il Milan dovrà scontare la squalifica dalla prima competizione europea alla quale si qualificherà tra il 2022 e il 2024.

Avrebbe senso appellarsi al TAS nuovamente o la ritiene una sanzione congrua con la violazione del triennio 2014-17?

"Come abbiamo visto sopra, la condanna da parte dell’Uefa si sviluppa su tre profili, pecuniario, sportivo e di bilancio, quest’ultimo in prospettiva futura, poiché sono stati fissati degli obblighi da rispettare da qui a tre anni. Nessun regalo, dunque, da Nyon, ma poteva andare peggio. Pertanto, sebbene la società possa presentare ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport, come previsto dall'articolo 34(2) delle Norme procedurali dell'Organo UEFA di Controllo Finanziario dei Club e dagli articoli 62 e 63 degli Statuti UEFA, avrebbe, a mio avviso, poco senso tentare un nuovo appello al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna".

Ad oggi, però, rimane inevaso l’anno 2017-18 che verrà analizzato in primavera dalla Camera Investigativa. Cosa aspettarsi?

"Tutto potrebbe dipendere dalla “condotta finanziaria” che terrà il club nei prossimi mesi, ma in realtà il discorso è molto più complicato. Di conseguenza, non è semplice fare previsioni in merito, perché se da un lato il passivo registrato è particolarmente pesante (si parla di 126 milioni), dall’altro il giudizio sui conti della scorsa stagione si trova in una sorta di limbo giuridico fra il triennio 2015-2017, periodo cui si riferiscono le sanzioni, e il triennio 2018-2021, su cui si baserà un’eventuale ulteriore condanna".

Pensa che sia possibile che Elliott e la Camera Giudicante possano aver trovato un accordo su come sanare questo anno che rimane in sospeso?

"Come ebbi a dire in un passato recente sulla situazione che stiamo commentando questa sera, la strada più plausibile è quella che porta ad un nuovo settlement agreement, un accordo fra Club e UEFA Club Financial Control Body per mezzo del quale Elliot tornerebbe a sedersi al tavolo con la UEFA per concordare una nuova road map per rientrare nei parametri dell’FPF. In questo senso, non si può fare a meno di notare che l’atteggiamento della massima confederazione calcistica continentale nei confronti del Milan è cambiato rispetto a quello tenuto nei confronti della precedente proprietà. Segno che, da qui in avanti, anche eventuali proposte provenienti dal club rossonero potrebbero essere tenute in buona considerazione in vista di un possibile accordo".

A suo avviso, il Milan può arrivare al rispetto del break-even nella data indicata dall’Uefa?

"Sono convinto di sì, ma adesso arriverà il difficile, perché in base alla pronuncia dell’UEFA il Milan dovrà mettere in atto una gestione forzatamente oculata delle proprie risorse, il che impedirà al Club spese eccessive e, nel contempo, obbligherà i rossoneri a lottare con ancor più determinazione per l’ottenimento di successi sportivi e di conseguenza economici. In questo senso, l’uscita dell’Europa League maturata nella serata di ieri non è una buona notizia per i rossoneri, e diventa così doveroso ambire al quarto posto, utile per qualificarsi alla ricca Champions League del prossimo anno".