- Cattaneo: "Questo Milan non sorprende, mai dubbi su Pioli. Derby? A fine anno verrà assegnata la seconda stella"

Marco Cattaneo, giornalista di DAZN, ha rilasciato una intervista esclusiva a MilanNews.it.
Ti ha stupito il Milan delle prime tre giornate di campionato?
"Diciamo che si può essere stupiti nella misura in cui sono arrivati dei giocatori nuovi e questi sono già perfettamente inseriti nella squadra e sembra che giochino con Pioli da molto più tempo di quello che è in realtà. Non è sorprendente se si vanno a vedere chi sono questi giocatori: Pulisic, Loftus-Cheek e Reijnders sono tutti giocatori di una certa statura. Mi aspettavo potessero avere questo impatto, magari non così presto, ma che potessero sin da subito dimostrare il loro valore sicuramente sì".
Chi tra questi giocatori ti ha impressionato di più?
"Forse Rejinders, perché veniva da un campionato inferiore rispetto sia alla Serie A che alla Premier League, dalla quale provengono Loftus-Cheek e Pulisic, che erano anche giocatori di statura internazionale; giocare davanti agli 80mila di San Siro è diverso dal giocare con l'AZ... Reijnders per personalità, ma anche per eleganza, classe, visione e inserimento in squadra è quello che ha impressionato di più".
In questo ottimo impatto quanto merito c'è di Pioli?
"Su Pioli non ho mai avuto dubbi. È l'allenatore che ha portato il Milan dalle macerie allo Scudetto e alle semifinali di Champions League: non può essere messo in discussione. Quest'anno è ancora più importante per lui: è andato via Maldini, non c'è più Ibrahimovic, non c'è più Tonali e Pioli diventa il vero e quasi unico punto di riferimento. La squadra ha dei leader, come Maignan, Theo, Giroud, però tutto ruota attorno alla capacità di fare gruppo di Pioli. Uno dei suoi grandi meriti è quello di mettersi ogni volta in discussione, rimanendo al passo con i tempo, riuscendo ad essere moderno nonostante sia nel calcio ormai da parecchi anni con idee di gioco mai banali".
Il Milan può essere un modello per quello che di nuovo sta facendo?
"Su questo tema vado un po' controcorrente: non mi sembra che il Milan stia facendo qualcosa di nuovo, perché sta usando i dati come ogni società, fa scouting come ogni società, cercando di portare calciatori secondo un modello di calcio sostenibile. Cioè: non vedo molte differenze con gli acquisti di Romero e Chukwueze rispetto a Saelemaekers e Kjaer di qualche anno fa... Moncada è un elemento di grande continuità in questo. Certo, prima c'era Maldini, che aveva un po' tutto il controllo... Ora c'è un allenatore che, insieme alla società, indica i giocatori che servono e poi Moncada con tutti i suoi uomini cerca i profili migliore sia dal punto di vista sportivo che economico. Credo che questa sia l'unica strada: se il Napoli l'anno scorso va a prendere Kim e Kvaratshkelia dopo aver venduto Koulibaly e Insigne è perché fa un ottimo lavoro di scouting. Il Milan porta avanti questa strada da tempo".
Unico calciatore degli acquisti rossonero che sfugge un po' a queste logiche è Jovic... Può rilanciarsi nel Milan?
"Il Milan ha un 11 tipo estremamente affidabile e anche molto forte. È naturale che, tra poco, bisognerà attingere anche ad altre risorse e buona parte della ambizioni del Milan passeranno anche dalla crescita e dal rendimento del 12esimo, 13esimo, 14esimo uomo. Cioè: se Okafor fosse un'alternativa super valida a Leao o a Giroud, se Chukwueze sarà quello che tutti ci aspettiamo possa essere, se Musah potesse far rifiatare ogni tanto Loftus-Cheek e se Jovic potesse far rifiatare, anche in termini di gol, Giroud, allora le ambizioni del Milan potrebbero anche non avere limiti. Jovic non era una primissima scelta, ma tre anni fa il Real Madrid lo pagava 60 milioni; ha dei limiti caratteriali, di atteggiamento, ma con Pioli questi problemi possono anche essere risolti. È un grosso punto interrogativo e dalla risoluzione di questo enigma passa tanto della stagione del Milan".
Che derby ti aspetti?
"Mi sembrano due squadre estremamente consapevoli, l'Inter lo è ancora di più dopo il finale della scorsa stagione. L'Inter era più forte negli 11 l'anno scorso, ma quest'anno ha perso qualcosa, nonostante abbia qualcosa in più nelle alternative. Il Milan è a mille, è una squadra intensa, fisica, veloce, con grande gamba, già molto forte nell'uno contro uno e ora lo è ancora di più. Sono molto curioso di vedere se il divario emerso l'anno scorso esiste ancora, se sia inferiore o se addirittura sia stato ribaltato".
Il Milan è favorito nel suo girone di Champions?
"Favorito assieme al PSG. Il Milan deve partire da questa convinzione: ho visto negli occhi dei miei giocatori che non c'è paura, ma voglia di affrontare queste grandi sfide. C'è un fattore romantico, ma il Milan non è inferiore al Newcastle e al Borussia. In percentuali primo PSG, poi Milan, poi Borussia e poi Newcastle. Il Milan ha ottime possibilità di passare".
Leao è il calciatore più forte della Serie A?
"O è il più forte o tra i primi tre. Il parametro è capire quanto una squadra perda senza quel giocatore e, se manca Leao, manca tanto del Milan, nonostante il tentativo di quest'anno sia di rendere la squadra meno asimmetrica. Leao è impressionante, ogni tanto sembra irreale quando corre con la palla al piede e scartare gli avversari come se fosse la partita dell'oratorio di Lambrate, con giocatori di 3 anni di differenza. Possiamo anche dire che sia il più forte: sicuramente andiamo molto vicini alla Serie A".
Quali sono le tue favorite per la Serie A?
"Per me a fine stagione verrà assegnata la seconda stella. Ci sono tante incognite: vediamo se la Juve completerà il suo percorso di crescita, la metto in seconda fila assieme al Napoli che è un'altra incognita essendo l'unica che ha cambiato allenatore, nonostante resti una squadra molto forte. Vedo in prima fila Inter e Milan e in seconda Napoli e Juve. La Lazio di Napoli è una squadra molto forte, la Roma se recupera Lukaku è una squadra molto forte, anche l'Atalanta lo è. Ci divertiremo sicuramente. Il derby di sabato ci darà delle prime risposte".

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