esclusiva mn

Pellegatti: "Ibra è un grido d'allarme dei tifosi al club"

ESCLUSIVA MN - Pellegatti: "Ibra è un grido d'allarme dei tifosi al club"MilanNews.it
© foto di imago sportfotodienst
mercoledì 25 dicembre 2019, 15:00ESCLUSIVE MN
di Thomas Rolfi

La redazione di MilanNews.it ha contattato Carlo Pellegatti. Con il noto giornalista a tinte rossonere abbiamo analizzato il post partita di Bergamo, con le dichiarazioni di Pioli, l'atteggiamento dei giocatori del Diavolo, le responsabilità della dirigenza. Infine, non poteva mancare una domanda sul possibile ritorno a Milano di Zlatan Ibrahimovic.

A distanza di tre giorni, come sta vivendo l'ambiente Milan la batosta subita al Gewiss Stadium?
"Il mondo Milan reagisce male, indipentemente dal discorso dirigenziale. Il Milan ha preso 5 gol e non succedeva da 21 anni e non era mai capitato un passivo simile prima di Natale. Ricordiamo un film di Fabio De Luigi: 'Il peggior Natale della mia vita'... rossonera".

Nel post partita Pioli ha detto che la squadra ha lavorato in modo 'cattivo' per tutta la settimana. Cosa può essere successo al Diavolo?
"Mi ha sorpreso molto questa dichiarazione, perchè aveva sempre detto che avrebbe lasciato i giocatori poco concentrati in panchina. Questa partita, per me, rimane un mistero insondabile: ad eccezione di Donnarumma, tutti i 13 giocatori di movimento hanno offerto un rendimento dal 4 al 5 in pagella. Mi piacerebbe chiedere a Pioli se magari è stata impostata male a livello di preparazione fisica o c'è dell'altro. Il Milan ha subito per tutta la partita e quando non ha subito è perchè si fermava l'Atalanta: passaggi sbagliati, poca lucidità, gambe e testa che non funzionavano".

Forse, vedendo anche i post partita di alcuni calciatori del Milan, la squadra è sceso in campo con la testa già alle imminenti vacanze invernali?
"E' una frase molto forte e non voglio pensare che dei professionisti pensino alle vacanze quando giocano contro l'Atalanta una partita così importante e contro un avversario duro come i bergamaschi. In qualsiasi sport, quando c'è una palla che rotola ti viene voglia di inseguirla. Sarebbe una bestemmia verso il Dio del calcio, un affronto nei confronti di tutti i calciatori dilettanti che si allenano tre volte a settimana dopo una giornata di lavoro. Non voglio pensare ad una cosa del genere, perchè sarebbe una cosa offensiva. La cosa che mi preoccupa di più non è la classifica o non andare in Europa, ma che si stia perdendo nel Milan quel filone iniziato negli anni '50 con Schiaffino, Liedholm e Nordahl, proseguito con Rivera, Baresi, Maldini, con i grandi giocatori degli Immortali, degli Invincibili e poi dei Meravigliosi di Ancelotti: la cultura del lavoro, della classe, dello stile, della serietà che il Milan si è portato dietro per 70 anni. Temo che il Milan possa perdere questo, che per me ha più valore di qualsiasi bacheca ricca di coppe. In quel caso sarei veramente angosciato. Con Gattuso il Milan era riuscito a portare avanti questo filone, trasmettendo l'eredità dei campioni rossoneri del passato".

Tra i dirigenti, chi sembra finito sotto accusa più degli altri è Paolo Maldini: vede il suo ruolo in pericolo?
"Il tifoso non guarda se sia colpa di Gazidis, Maldini, Boban o della proprietà, ma puntano il dito in generale verso Casa Milan. Fa male sapere che il club ha investito tanti tanti soldi sul mercato negli ultimi anni e non abbia praticamente costruito nulla. Donnarumma ce l'aveva già, Bonaventura l'avevano preso ancora prima. Poi c'è Theo Hernandez e qualcun altro, però il rischio è che a giugno si debba rifare nuovamente tutto. La squadra ha dei limiti e fatica ad andare oltre. Il Milan ha conquistato 22 punti su 90 nelle 30 partite contro le grandi squadre negli ultimi due anni e mezzo. A quel punto è chiaro che arrivi 5°-6°-7° se va bene e 8°-9°-10° se va male".

Quali sono le sensazioni sulla questione Zlatan Ibrahimovic-Milan?
"Si parla di una pista Ibrahimovic che si sarebbe nuovamente scaldata. Io non so se verrà Ibra o meno. Credo che Boban, Maldini e, finalmente, la proprietà stiano raccogliendo il grido d'allarme dei tifosi che seguono il Milan da anni, che temono quello che ho appena detto poco sopra. Ibra potrebbe essere l'appiglio per non perdere l'ultimo barlume della cultura del lavoro, del senso di sacrificio, del grande Milan che fu. Quella del Milan sullo svedese è una mossa disperata, non tanto sul piano tattico, ma su quello del filone con i valori storici di una squadra unica al mondo".