Falsa partenza

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lunedì 24 agosto 2015, 01:45Vista dalla Curva
di Davide Bin
Il Milan perde nettamente a Firenze e conferma che Mihajlovic deve ancora lavorare molto per plasmare la squadra che ha in mente; un brusco passo indietro rispetto alle ultime uscite, ma si poteva metterlo in preventivo.

La delusione c'è ed è inutile negarla o dissimularla: ci eravamo illusi troppo presto che Mihajlovic fosse finalmente il mago con la bacchetta fatata che potesse trasformare una squadra reduce da un'umiliante decimo posto in una formazione già competitiva ad agosto e, invece, la prima giornata di campionato ha subito riportato tutti con i piedi per terra e fatto capire che il cammino per tornare grandi sarà lungo e pieno di difficoltà. Il nuovo Milan ha mostrato vecchi difetti e ha subìto una sconfitta netta che l'inferiorità numerica per più di un tempo non può spiegare fino in fondo: la Fiorentina è stata superiore già nella prima mezz'ora abbondante di gioco disputata ad armi (giocatori) pari e, ovviamente, quando si è ritrovata con un uomo e un gol in più ha avuto vita facile, anzi facilissima. I rossoneri hanno provato a mettere in pratica i dettami del loro esigente mister, si sono impegnati nel pressing e nel tentativo di recupero immediato del pallone già nella metà campo avversaria per poi cercare di rendersi pericolosi, ma si sono trovati di fronte una squadra che queste cose le ha fatte meglio e per questo sono andati in difficoltà, compiendo un netto passo indietro rispetto alle ultime uscite che, però, erano amichevoli o un impegno ufficiale ma contro una squadra di serie B. La Fiorentina non è il Perugia e si è visto, quindi la stessa formazione schierata da Mihajlovic in Coppa Italia ha trovato problemi inaspettati da risolvere sul campo del Franchi, o, forse, problemi messi in preventivo ma troppo difficili da risolvere per una squadra ancora alla ricerca della sua vera identità e che fatalmente va incontro ad alti e bassi a seconda dell'avversario che affronta.

Ovviamente si può parlare solo dei primi 36 minuti di gioco, quelli affrontati in parità numerica, perchè dopo la partita ha avuto poco senso: la Fiorentina si è ritrovata improvvisamente in vantaggio di un uomo e di un gol (la meravigliosa punizione di Alonso decretata per il fallo che ha generato la fin troppo severa espulsione di Rodrigo Ely) e, in pratica, la sfida è finita lì, perchè per il Milan è diventata una montagna troppo ripida da scalare. Peccato perchè dopo un avvio difficoltoso, i rossoneri sembravano aver trovato le giuste contromisure, riuscendo ad alzare il pressing, recuperare palloni e creare qualche pericolo, ma la differenza di valori è apparsa subito netta, il Milan ha sofferto a metà campo e in difesa e gli attaccanti non hanno avuto palloni decenti giocabili (Luiz Adriano praticamente nullo e un solo tiro verso la porta di Bacca dopo aver recuperato caparbiamente palla sulla trequarti). Un quadro davvero desolante per chi si era illuso che il facile successo, con buona prestazione e giocate spettacolari, ottenuto contro il Perugia potesse preludere ad un avvio scoppiettante anche in campionato, mentre i più scaltri e accorti sapevano che a Firenze sarebbe stata dura e tra questi c'era sicuramente Mihajlovic, che ha allenato i viola in passato e conosce bene l'ambiente fiorentino. I limiti attuali di questa squadra sono apparsi evidenti quando il palleggio e il possesso palla dei viola ha mandato in tilt i tentativi di pressing e innescato azioni pericolosissime nella prateria della metà campo rossonera, lasciata incustodita da terzini troppo alti e da esterni di centrocampo più bravi nella costruzione del gioco che in copertura; in questo modo la coppia centrale Romagnoli-Ely, evidentemente inesperta per motivi di età, è andata troppo spesso in affanno e ha causato entrambi le segnature dei viola: Ely si è fatto espellere generando la punizione trasformata in gol da Alonso; Romagnoli ha causato ingenuamente (evitabile fallo sulla linea di fondo laddove Ilicic non poteva essere troppo pericoloso) il rigore che lo stesso Ilicic ha battuto segnando il gol del raddoppio che ha chiuso la partita (ammesso che fosse stata mai aperta dopo il 36°). Oltre agli errori negli episodi chiave, sono stati molti altri i difetti mostrati dal Milan: tanti, troppi passaggi indietro verso Diego Lopez, difesa troppo sbilanciata e aperta, centrocampo travolto dal corrispondente reparto avversario, attacco lasciato troppo solo, con Honda (poi sostituito da Zapata dopo l'espulsione di Ely) che vagava per il campo senza trovare la giusta posizione e riuscire a incidere, Luiz Adriano senza rifornimenti e Bacca generoso ma impreciso. Le occasioni migliori sono capitate a Bonaventura, soprattutto una di testa che Jack ha sprecato piuttosto malamente a pochi passi dalla porta; in quel momento si era sullo 0-0 e forse, se il pallone fosse entrato invece di sorvolare la traversa, ora staremmo parlando di tutt'altra partita, ma siccome con i se e con i ma non si va da nessuna parte, bisogna onestamente dire che in fin dei conti la sconfitta è stata meritata e può essere una salutare legnata per chi pensava che tutto fosse già a posto e sto parlando non solo di giocatori e staff tecnico ma anche della società, che deve assolutamete capire che la rosa a disposizione di Mihajlovic non è ancora completa, anche se il tecnico è stato già accontentato in alcune sue richieste.

E' apparso evidente che a questa squadra manca un vero leader, che la prenda per mano negli inevitabili momenti di difficoltà che ci possono essere nelle partite, ma anche che la difesa vada registrata meglio e che il centrocampo sia troppo sbilanciato, con il solo De Jong a coprire e Bertolacci e Bonaventura più inclini a offendere (peraltro senza troppa qualità, almeno al Franchi) che a difendere; la sensazione è che proseguendo su questa squadra, fra qualche partita il povero Nigel avrà la lingua a penzoloni e sarà sfinito dal tanto correre a vuoto dietro a tutti gli avversari e il rischio è che davanti alle prime difficoltà e ai primi problemi, riaffiorino insicurezze, paure e timori che sembravano svaniti con la cura Mihajlovic. A Firenze, infatti, si è vista poca personalità, poco coraggio, poca voglia di imporsi e la Fiorentina ha avuto vita facile; la sconfitta avrebbe potuto essere anche più netta se Diego Lopez non avesse compiuto qualche parata miracolosa ma non decisiva, visto che non è servita a salvare il risultato e ciò fa capire che alzando l'asticella della difficoltà, questa squadra va ancora in affanno e bisognerà lavorare ancora molto per risolvere i tanti problemi affiorati al Franchi. Certamente non basterà l'innesto molto probabile di Balotelli, perchè un po' come si diceva nella scorsa disgraziata stagione, i problemi non sono in attacco, ma in altri reparti. Non ci si può appellare nemmeno troppo all'inclemenza dell'arbitro Valeri, che forse ha espulso con troppa severità Ely, visto che il fallo compiuto non era da ammonizione, soprattutto per un giocatore già gravato dal primo giallo, ma non sarebbe giusto considerare decisivo per la sconfitta solo questo episodio, seppur importante e Mihajlovic non lo ha fatto, puntando molto onestamente e correttamente il dito contro la prestazione della sua squadra che in questa prima esibizione di campionato lo ha deluso e forse tradito.

Ovviamente sono delusi anche i tifosi, numerosi nel settore ospiti di un Franchi decisamente pieno e che si saranno sentiti umiliati dagli irriverenti olè dei tifosi avversari in occasione di un lungo possesso palla dei viola che un Milan stanco e sfiduciato non riusciva più a interrompere riconquistando palla. Tutti si aspettavano un esordio più positivo e convincente al netto delle difficoltà di questa sfida e ora c'è il rischio di tornare nella cupa depressione di qualche mese fa, cosa che sarebbe sbagliata, perchè qualcosa di positivo si è visto anche in questa disgraziata serata e da ciò bisogna ripartire, per moltiplicare le cose buone e diminuire gli errori e provare a dimenticare questo brutto esordio già da sabato prossimo nella partita interna contro l'Empoli, che diventa fin da subito un appuntamento da non fallire per Mihajlovic e i suoi ragazzi, che hanno effettuato una falsa partenza e ora devono riscattarsi al più presto.