Il Diavolo si è venduto l'anima

E’ successo quello che nessuno si aspettava, come un fulmine a ciel sereno, il Milan vende Kakà al Real Madrid (ormai è fatta, mancano solo piccoli dettagli). Questo trasferimento sancisce un cambio di mentalità; da squadra che punta a raggiungere il tetto d’Europa e del mondo ad un’altra stile Arsenal che scopre e lancia campionissimi per poi venderli nel pieno delle loro forze a club più ambiziosi. Questo il popolo rossonero non lo accetta, la proprietà ha l’obbligo morale di attrezzare la rosa per raggiungere il vertice in ogni competizione e con questa politica “Risana bilancio” non saremo mai competitivi.
Vendendo Kakà perdiamo un ragazzo straordinario e un fuoriclasse divino che doveva essere perno insostituibile e base del Milan del nuovo corso.
Lo slogan tanto sbandierato dalla dirigenza in questi anni “Il Milan non vende i suoi campioni” è un ricordo ormai sbiadito (aspettiamoci anche una cessione di Pato in un futuro non troppo lontano), questa proprietà ha deciso di ridimensionare il Milan. Se la società rossonera fosse nelle condizioni della Roma si potrebbe comprendere la vendita di Kakà, sarebbe un estremo sacrificio per il bene del club, ma in questo caso non mi pare indispensabile visto che la famiglia Berlusconi è una delle più ricche d’Italia e uno sforzo per trattenere un giocatore simbolo come Kakà si poteva fare.
Il Milan ha sempre realizzato i nostri sogni, ma andando di questo passo all’orizzonte si scorgono solo incubi.

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