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Marques: "Senza Leo, Paquetà non sarebbe al Milan. Ha personalità e voglia, è pronto"

ESCLUSIVA MN - Marques: "Senza Leo, Paquetà non sarebbe al Milan. Ha personalità e voglia, è pronto"
giovedì 10 gennaio 2019, 16:30ESCLUSIVE MN
di Salvatore Trovato

La redazione di MilanNews.it ha intervistato il giornalista e commentatore tv, Andersinho Marques, connazionale di Lucas Paquetà. Con lui abbiamo parlato proprio del nuovo talento rossonero, che sabato potrebbe fare il suo esordio con la maglia del Milan nel match di Coppa Italia contro la Sampdoria.

Nel corso della presentazione svoltasi nei giorni scorsi a Casa Milan, Paquetà ha dimostrato di avere le idee chiare.

"Ha tanta personalità. Il suo staff lo ha preparato per essere pronto fin dalla prima conferenza stampa. Riesce anche a capire l’italiano, non ho mai visto un brasiliano che arriva in Italia e capisce già la lingua".

Ok, il ragazzo ha carattere, ma non c’è il rischio di mettergli troppa pressione addosso?

"No. Forse in Italia non lo sanno, ma per giocare da titolare nel Flamengo o sei Dio oppure... È la tifoseria più grande del Brasile, si parla di 45 milioni di tifosi, col Maracanà sempre pieno. Se la squadra non vince non puoi uscire di casa, tanto per capire. Lui è già abituato alla pressione. Lo vedo preparato".

C’è chi continua a paragonarlo a Kakà. Lei cosa ne pensa?

"Adesso è difficile paragonarli. E poi bisogna capire dove Gattuso lo metterà. Lui è più un "dieci", un trequartista che va a destra e sinistra. Perlomeno nel Flamengo ha fatto meglio giocando così, dietro le punte. È bravo anche nella fase difensiva, è uno che riesce a rubare palla, ha una bella prestanza fisica. Oggi non bisogna paragonarlo a Kakà, diamo tempo al tempo. Spero che possa fare anche meglio. Poi lo ha detto anche lui: 'Non sono Kakà, sono Paquetà'. Ha personalità e vuole far crescere il suo nome".

Il ruolo, appunto. Qual è la vera posizione di Paquetà, quella in cui riesce a rendere meglio?

"Nel 2018 ha fatto più partite da trequartista, ma ha giocato anche da esterno sinistro e destro. Ha giocato anche quaranta minuti da prima punta, segnando due gol, e due gare da regista davanti alla difesa. È un jolly che può ricoprire più ruoli a centrocampo. Poi è chiaro che il campionato brasiliano è totalmente diverso da quello italiano, quindi bisogna vedere se in Serie A riuscirà a fare quello che faceva nel Flamengo. L’unico consiglio che gli ho dato è questo: sei bravissimo a dribblare, ma in Italia, dopo aver saltato l’uomo, bisogna passare la palla, altrimenti la gamba rimane a terra".

La presenza di Leonardo è stata decisiva nella scelta del ragazzo?

"Senza Leonardo, secondo me, non sarebbe mai arrivato al Milan. I tifosi rossoneri mi prendono ancora in giro perché il giorno prima che si chiudesse l’affare con il Milan dissi che il suo procuratore era a Liverpool per trattare. Il sabato era fatta al 90%, poi è arrivata la chiamata di Leonardo, che la domenica ha chiuso per il Milan".

Il Milan ha speso tanti soldi per un giocatore sì di talento ma che deve ancora dimostrare il suo valore in Europa. Leonardo si è preso una bella responsabilità, è d’accordo?

"È vero, sono tanti soldi, ma nel mercato di oggi, quelli che potrebbero diventare top player o lo sono già, non costano meno di 30 milioni. Soprattutto in Brasile, dove i prezzi si sono alzati. C’è da dire che Leonardo è stato bravissimo con la questione dei pagamenti: paga 5 adesso, 5 tra un anno, 10 tra un anno ancora ecc. Il Milan, insomma, non ha speso subito 35 milioni, quindi non rovina la questione Fair Play Finanziario. È stato tutto programmato. Il ragazzo, tra l’altro, ha rinunciato a tante cose, come i bonus, ad esempio. La mano di un brasiliano come Leonardo è stata fondamentale: Paquetà lo conosce fin da bambino, era un suo fan".

Ultima domanda: sabato il Milan giocherà in Coppa Italia, lei lancerebbe subito Paquetà o gli darebbe ancora un po’ di tempo?

"Precisiamo una cosa: aveva 30 giorni di vacanza con il Flamengo, ma ha rinunciato. È venuto in Italia per dieci giorni e non doveva venire: doveva presentarsi il 6 gennaio. È venuto, ha cercato casa e ha capito cos’è Milano, nel frattempo la mattina si allenava. In Brasile non è andato in vacanza, è rimasto a Rio per allenarsi tutti i giorni con il suo preparatore privato. È in forma, non dico al 100% ma all’80%, perché non si è mai fermato. In panchina lo porterei, poi in base a come va la partita lo lancerei per una trentina di minuti. Il ragazzo ha voglia e se la scintilla nasce subito… Secondo me, è prontissimo. Magari gli mancherà qualcosina a livello tattico: i brasiliani sulla tattica fanno un po’ fatica. Ma il fatto che capisce l’italiano è importante, vuol dire che quando Gattuso parla lui comprende tutto. E se non capisce qualcosa gliela traduce Leonardo. È un bravo ragazzo e ha un ottimo staff dietro. È venuto con la mamma, il papà, il fratello e la fidanzata: per un brasiliano avere la famiglia a casa è una tranquillità in più, può pensare solo ad allenarsi".