MN - Il tecnico che ha plasmato Jashari: "Stava andando in B svizzera, riuscii a dissuaderlo. E da lì prese il volo"

MN - Il tecnico che ha plasmato Jashari: "Stava andando in B svizzera, riuscii a dissuaderlo. E da lì prese il volo"MilanNews.it
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Ieri alle 21:20News
di Gaetano Mocciaro

Ufficializzato Samuele Ricci e aspettando Luka Modric, il Milan ora spingerà forte per Ardon Jashari. Il Brugge si sta dimostrando ancora una volta un osso duro a giudicare dalla richiesta di 35 milioni di euro sotto la quale non intende scendere. Ma davvero vale tutti questi soldi?

Abbiamo sentito Sandro Chieffo, noto per la sua grande abilità a formare talenti in terra elvetica. Nato a Zurigo ma di origini italiane, è colui che possiamo definire il mentore di Ardon Jashari. Ci ha raccontato la crescita esponenziale di questo gioiello proprio sotto la sua guida ai tempi di Lucerna. Oggi responsabile della formazione dei talenti del Grasshoppers, Chieffo ci racconta in esclusiva per MilanNews.it come è sbocciato il talento di Jashari.

Di seguito un estratto dell'intervista (QUI L'INTEGRALE)

Cosa l'ha colpita dello Jashari 16enne che ha visto per la prima volta?
"Una personalità incredibile, sicuramente. E poi era ben strutturato fisicamente, forte. Dall'altra parte faceva un po' fatica a capire il gioco. Portava troppo la palla, mancava nel passaggio, perdeva i palloni. Insomma, c'era sicuramente da lavorarci su e così abbiamo fatto, dandogli una struttura di gioco e lui è stato bravissimo ad assimilare tutto".

C'è stato bisogno di qualche rimprovero?
"Beh sì (ridr, ndr), poi Ardon ha un caratterino speciale. Una personalità forte, gli piace discutere ma ci sta. Anzi, adoro giocatori così".

C'è un aneddoto che ci vuole svelare?
"C'è stato un momento per lui di sconforto. Ebbe modo un anno di fare la preparazione estiva con la prima squadra, sotto la guida di Fabio Celestini, ma non fece bene. Tornò pertanto con l'Under 21 e mi disse: 'Me ne voglio andare'. Peraltro ci fu una proposta dalla seconda divisione svizzera (il FC Wil, ndr) ed era deciso ad accettare. Lo convinsi a restare: 'Almeno 6 mesi, lavoriamo insieme e poi si vede'. Lavorammo benissimo, da lì posso dire che ha iniziato a sbocciare".